Quelli che lavorano per scontare la pena Tra loro anche studenti sospesi da scuola

Auser e Caritas accolgono le richieste di imputati condannati per ebbrezza, droga o furti che sostituiscono le condanne in attività utili

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C’è lo studente indisciplinato, il professionista di 50 anni, l’operaia e il disoccupato. Li vedete in giro facilmente. Sono 40 o 50 persone, che si muovono in varie parti della città. Indossano giubbotti gialli, hanno lo sguardo concentrato sul lavoro di pulizia delle strade, taglio dell’erba, potature degli alberi. L’età varia, ma in genere sono giovani e non fanno quel lavoro di slancio. E’ solo convenienza, la propria. Ma a dire il vero è vantaggioso anche per la città. Lavorano 3 o 4 ore al giorno per tenere pulite le strade e i giardini. Sono mansioni socialmente utili che lo Stato offre come possibilità al responsabile di reati come la guida in stato di ebbrezza di pagare il suo debito sociale. In altre parole, la legge permette di sostituire le condanne col lavoro. Se viene svolto con grande impegno, il giudice può far estinguere il reato, revocare la confisca della vettura e dimezzare il periodo di sospensione della patente. Ma dove e come si può lavorare per estinguere un reato?

Massimo Ciabocchi (foto) sa tutto sull’argomento. E’ il presidente dell’associazione provinciale di volontariato Auser, che conta circa 1000 iscritti e 500 volontari attivi. Dice: "Gli avvocati ci contattano abitualmente per chiederci se possiamo accogliere dei loro clienti condannati per guida in stato di ebbrezza o per furti o piccolo spaccio. Noi diciamo di sì, a condizione di avere con loro un colloquio preventivo per capire con quale persona avremo a che fare. E alcune volte non le ho accettate – dice Ciabocchi – perché capivo che era una persona con una carica delinquenziale molto forte che avrebbe inciso negativamente su tutta la nostra struttura. Ma normalmente incontro persone che capiscono di aver fatto cose sbagliate e cercano una strada per rialzarsi anche psicologicamente. Al primo colloquio, hanno lo sguardo letteralmente basso e raramente mi guardano come se fossi io il giudice. Poi acquisiscono più sicurezze e si mettono alla prova. Ricordo delle persone che parlandoci ti ispirano piena fiducia ma poi ammettevano che non riuscivano a non rubare, magari cose di poco conto. Ma rubavano. Abbiamo però anche delle piacevoli sorprese, con persone che rimangono ad aiutarci anche dopo il periodo dovuto". Poi la sorpresa. Racconta Ciabocchi: "L’istituto Benelli e l’alberghiero Santa Marta ci inviano gli studenti che ricevono una sospensione. Ne abbiamo circa 30 o 40 ogni anno, la maggior parte dal Benelli. Ricordo un ragazzo che aveva gettato dalla finestra una sedia o un banco, adesso mi sfugge, un altro che aveva appiccato il fuoco vicino alla scuola e tanti altri che si erano dimostrati indisciplinati o violenti. La scuola li sospende ma non vuol lasciarli a casa perché gli interessati farebbero salti di gioia. Così li mandano qui. Comunque, Auser è malata di bene comune e quindi aprirà sempre le porte a chiunque voglia ricominciare dopo esser inciampato".

Andrea Mancini è il coordinatore di Caritas: "Ogni anno abbiamo 40 persone che svolgono mestieri socialmente utili o sono messi alla prova per scontare le pene. Molto spesso, sono professionisti che dedicano tempo anche in più del dovuto per svolgere il loro lavoro nelle nostre strutture. Abbiamo avuto cuochi e grafici che si sono impegnati molto, altri che erano distanti anni luce dalle nostre realtà e che per la prima volta hanno capito che cosa significa fare volontariato e aiutare il prossimo".

ro. da.