Questione San Benedetto, Aguzzi: "Collaudo e agibilità, la colpa non è della Regione"

Sul San Benedetto, l’ex ospedale psichiatrico di cui, all’orizzonte si prefigura la ristrutturazione per l’intervento di Regione e Comune, l’assessore regionale Stefano Aguzzi, invita il centro sinistra a non menare il can per l’aia. All’accusa della maggioranza consiliare, pubblicata ieri sul Carlino, che paventa di perdere i 15milioni di euro se la parte restaurata della Regione non andrà di pari passo con la parte di complesso restaurata dal Comune, Aguzzi, mette un freno.

"Non è vero che può essere colpa della Regione qualora i lavori in capo al Comune per il rifacimento di parte del San Benedetto non dovessero ottenere collaudo e agibilità – ribadisce, chiaro e tondo, Aguzzi –. Si tratta di due proprietà distinte su cui gli enti operano in autonomia così come sarà il collaudo dei lavori". Detto questo, l’assessore Aguzzi, aggiunge: "Comprendo invece che il Comune auspichi una tempistica di entrambi i cantieri, conciliabile con l’obiettivo di rendere fruibile il complesso in modo realistico e decoroso. Capisco che il Comune, il quale ha fretta per tempistiche legate al Pinqua di rendicontare entro il 2026 i propri interventi, non voglia ritrovarsi un bene, appena ristrutturato, affacciato su un rudere da restaurare. Sono d’accordo che ci debba essere tra Ast (proprietaria di parte del complesso) e Comune una collaborazione e una concertazione per evitare questo aspetto. Quello che, in qualità di assessore all’urbanistica della Regione, ho fatto di fondamentale è stato sbloccare una questione ferma da 30 anni agevolando le condizioni perché il Comune di Pesaro potesse concorrere ai 15 milioni di euro utili a ristrutturare parte del complesso in questione". E’ d’accordo con l’assessore Aguzzi, il consigliere comunale Michele Redaelli: "Respingiamo al mittente le critiche della maggioranza secondo cui senza l’intervento di Ast il comune non possa procedere con il progetto Pinqua. Se così non fosse, proprio con questa delibera il comune avrebbe potuto, come ha fatto su alcuni aspetti, ridefinire la delimitazione delle proprietà per poter rendere effettivamente indipendenti i due progetti risolvendo alla radice ogni possibile dubbio".

Solidea Vitali Rosati