
Da sinistra Gennaro Esposito, Giannetto Giovagnoli, Davide Russo, Sergio Zolfanelli, Paolo Anconetani e Giuseppe Spagnoli
Pesaro, 23 marzo 2025 – A Pesaro si vive bene. Lo certifica l’Istat, ma cosa ne pensano i pesaresi? Noi ne abbiamo parlato con pesaresi di lungo corso. Quali? Sergio Zolfanelli, detto "polverone", fondatore della ditta di impianti elettrici che porta il suo cognome; Giuseppe Spagnoli e Paolo Anconetani, entrambi elettricisti in pensione.
La compagnia si direbbe composta da "illuminati" se non fosse che Gennaro Esposito rivela mani da pianista; Giannetto Giovagnoli per una vita ha fatto l’infermiere e Davide Russo è stato direttore dell’Inps per tanti anni. In comune i sei hanno 50 anni di solida amicizia; aver vissuto un’ottantina di primavere e la passione per i ravioli ripieni di sogliola "che cucinati da Scaramucci – osserva Zolfanelli – sono impareggiabili". E’ proprio all’Osteria del viale che nasce il confronto sul lieto vivere alla pesarese e idee, in libertà, per migliorarlo. Se si potesse loro agirebbero sulla dotazione di parcheggi, vera spina nel fianco; sulle prestazioni sanitarie, il tallone d’Achille; la lotta allo spaccio di droga, difficile da sradicare in certe zone; la creazione di uno spazio dove i giovani possano divertirsi senza i pericoli di dover andare in Romagna.
Un buon senso che trova forte corrispondenza con l’analisi statistica pubblicata dall’Istat con il rapporto “BesT 2024“ che delinea i profili di benessere equo e sostenibile in tutte le province marchigiane. Tanto che alla voce sanità Pesaro Urbino registra il dato negativo legato alla emigrazione ospedaliera in altra regione: siamo al 22,2% in provincia con un aumento di 2 punti percentuali rispetto al 2019.
L’Istat non si preoccupa dei parcheggi, ma di sponda aiuta alla comprensione del difetto percepito dai cittadini intervistati. Infatti quattro su sei usano l’automobile per muoversi e solo due usano la bici: il fabbisogno è alto. Anche volendo usare il trasporto pubblico questo non sopperisce alle esigenze: l’Istat osserva che rispetto al 2019 il tpl si è ridotto da 1467 a 623 posti - km dell’ultimo anno. "I parcheggi mancano – sentenzia Giovagnoli –. E non è che noi ci muoviamo con l’auto solo perché abbiamo 40 anni per gamba, ma pensate alle mamme che corrono tutto il giorno divise tra lavoro, la spesa, i figli con e senza armamentari come passeggini, giochi".
Ma dove fare i nuovi parcheggi multipiano? La maggioranza lo farebbe in via dell’Acquedotto, a patto che sia servito dalla navetta: "Lì sarebbe perfetto – chiosa Giovagnoli – così risolviamo anche il problema delle buche gigantesche in quell’area di sosta". Invece è bagarre su piazzale Carducci, per cui tra i contrari c’è Zolfanelli. "E’ vicino al centro – dice l’imprenditore – serve. Ma non si può rovinare lo stile architettonico della piazza. Al massimo si vada su livelli sotterranei".
Prima che il dibattito viri sulle buche e la carenza di manutenzione, Anconetani fa cadere la spada di Damocle al centro della tavola: "Sarebbe meglio anche non doversi andare a curare a Rimini per evitare ‘pelleggrinaggi’ nel sud delle Marche. Mi volevano mandare ad Ascoli Piceno, a me". Zolfanelli ordina il caffé e dice: "Date retta a me: a Pesaro si sta bene".
Gli altri in coro: "Si fa per dire" e Anconetani, divertito rintuzza: "Per vivere bene la gente vuole un bel paesaggio, mangiar bene e poter ballare a tutte le età". Il problema è che a Pesaro un locale con la licenza del ballo non c’è. "Mi sta bene che lo si realizzi n via dell’Acquedotto – prefigura Spagnoli – la migrazione dei ragazzi in Romagna va evitata. La balera noi l’avevamo a Montecchio: andavamo con il motorino. Ma erano altri tempi: anche noi si beveva un po’, ma non così come oggi".
L’alcol come la droga sono percepiti come veri pericoli da chi, tra loro, è nonno. "Mangiare e ballare non bastano – vola alto Russo – E’ la cultura la base di tutto. Dà serenità alla vita perché alimenta la speranza e insegna l’importanza della leggerezza, quella citata da Calvino nelle sue Lezioni americane". Sulla cultura, arriva la buona notizia: l’Istat ci assegna un ottimo risultato: quasi un quarto dei musei delle Marche si concentra a Pesaro Urbino che raccoglie quasi la metà, il 48.8%, dei visitatori nei musei marchigiani.