Pesaro, ragazzini rapinati del monopattino. "Città piena di bande"

L’ira del padre: "Questa città è diventata un far west". E organizza una ’ronda’

Due ragazzini in monopattino (foto di repertorio)

Due ragazzini in monopattino (foto di repertorio)

Pesaro, 6 giugno 2022 - Erano appena le 23.30, sabato scorso. Lui, 14 anni, stava rientrando a casa con un amico, ciascuno sul proprio monopattino. Avevano passato la serata al Luna park di Villa Marina e stavano percorrendo viale Trieste. A un certo punto gli si sono parate davanti due figure: non hanno detto una parola, non serviva. Li hanno direttamente spinti giù dal monopattino, lasciando il 14enne a terra con la caviglia dolorante, mentre l’altro si è dato alla fuga terrorizzato. Il primo, sotto choc, ha subito chiamato il padre, poi è arrivata la volante. Non c’era più traccia degli aggressori, ma gli agenti hanno comunque fatto un giro all’interno del Luna park, dove capannelli di ragazzini poco più che adolescenti li guardavano con aria di sfida. Una tensione che si tagliava col coltello, con il padre del 14enne che non ha potuto contenere la sua rabbia.

Il padre del ragazzo è Andrea Roberti, impiegato comunale all’Anagrafe con un fisico da culturista e una passione per le arti marziali. Insomma, non proprio la persona giusta da fare arrabbiare. E si è arrabbiato, tanto. "Pesaro è diventato un far west – tuona Roberti –: ormai questi teppistelli non si accontentano di tagliare i lucchetti, aggrediscono direttamente i più deboli e portano via collane, portafogli caschi e monopattini. Non so quante chiamate ho ricevuto da sabato sera: tanti genitori che mi dicevano che anche i loro figli erano stati vittime di furti o aggressioni. Perché ormai Pesaro è così. Bande di giovanissimi ogni tipo, in ogni quartiere, fanno i loro comodi. Tre settimane fa mi hanno rubato la bici da 700 euro sotto casa, in piazza Redi. Ho lasciato perdere, ma stavolta no, vado fino in fondo: mio figlio non si tocca".

Andrea Roberti è davvero intenzionato ad andare fino in fondo. Ieri ha radunato alcune sue conoscenze del mondo delle palestre, del pugilato e delle arti marziali, con l’idea di organizzare una sorta di ’pattugliamento’ delle zone più calde. "Se mi riportano il monopattino – dice – la chiudiamo lì. Altrimenti è meglio se non mi incontrano". Sabato sera Roberti era andato intorno alle 22.30 nella zona del luna park, per verificare che tutto andasse bene.

"Appena me ne sono andato ho ricevuto la telefonata di mio figlio che in lacrime mi diceva quello che era successo. Sono subito tornato indietro, era sconvolto. Non vuole uscire di casa, è terrorizzato all’idea di incontrare di nuovo quelle persone. Non è possibile vivere così, con questa paura". Roberti spende parole di gratitudine verso gli agenti di Polizia intervenuti, ma non può fare a meno di notare quanto, anche gli stessi agenti, abbiano ben pochi strumenti per fronteggiare queste orde di ragazzini allo sbando.

"Anche la polizia ha le mani legate – dice –. Quando sono arrivati al Luna park c’erano ragazzini che guardavano gli agenti con aria di sfida, non avevano nessun timore. Uno, appena li ha visti, ha scaraventato la bici bianca su cui era in sella e l’ha abbandonata in mezzo alla strada, dandosela a gambe. Evidentemente l’aveva appena rubata. Mi chiedo: è possibile una situazione del genere? Pesaro era una perla, ora è un far west. Sono stanco di questo perbenismo: stavolta non mi fermo".