ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Ragazzini nelle trappole del web: “La paghetta dei miei genitori? La spendo per chattare su OnlyFans”

Le confessioni, a tratti sconvolgenti, di alcuni minorenni durante gli incontri fatti con un ex poliziotto. “Innumerevoli i casi di adolescenti che condividono foto intime dei loro corpi poi finite su altre piattaforme”

Pesaro, 12 novembre 2024 – “Chatta” con una donna su OnlyFans. E per “comprare” la sua compagnia virtuale spende la paghetta dei genitori che gli ricaricano la carta prepagata per le piccole spese. Lui è un dodicenne di seconda media, lei una sconosciuta che vende le proprie prestazioni sulla popolare piattaforma di intrattenimento per adulti.

Tantissimi i racconti di adolescenti che dichiarano di essere dipendenti da smartphone e tablet, c'è chi chatta du OnlyFans
Tantissimi i racconti di adolescenti che dichiarano di essere dipendenti da smartphone e tablet, c'è chi chatta du OnlyFans

E’ solo una delle tante storie di solitudine globale raccolte da Marco Lanzi, ex vicecommissario e responsabile del Gabinetto provinciale di Polizia Scientifica che da più di 10 anni svolge attività di sensibilizzazione nelle sull’uso consapevole di internet e sul contrasto di bullismo e cyberbullismo.

“Ho incontrato migliaia di adolescenti e porto con me sempre un taccuino dove annoto quello che i ragazzi hanno il coraggio di raccontare pubblicamente o che mi confidano in privato al termine dei miei incontri. Sono rimasto colpito da una ragazza di una prima liceo che ha raccontato di aver fatto una foto divertente alla sorellina minore con la bocca sporca di gelato e di averla postata su un gruppo di WhatsApp di amici. Il giorno dopo si è resa conto che alcuni avevano condiviso la foto in altri gruppi inserendo commenti con espliciti riferimenti sessuali. Tantissimi i racconti di adolescenti che dichiarano di essere dipendenti da smartphone e tablet al punto che una bambina di prima media mi ha detto di aver sofferto di crisi epilettiche soprattutto in classe, dove non poteva guardare il cellulare, crisi che sono state superate soltanto dopo aver diminuito il tempo trascorso di fronte agli schermi”.

“Innumerevoli – continua Lanzi, che collabora con il prof Cecconi e con associazioni come Anteas e Gens Nova – i casi di studenti che hanno fatto il grave errore di condividere con altri foto di parti intime del loro corpo, immagini che in alcuni casi hanno poi visto essere state veicolate on line anche in altre piattaforme. Molti adolescenti, confermando le statistiche nazionali, raccontano di essere entrati più volte in siti porno e di aver visto video di ogni tipo. Sulla rete ormai si muovono e agiscono molteplici associazioni criminali e pedofili, un pericolo costante per tanti giovani. Inoltre, i ripetuti episodi di violenza che il gruppo esercita nei confronti di un singolo, dando luogo al bullismo, producono spesso video, foto e commenti sulla rete che danneggiano l’immagine del bullizzato, di portarlo ad essere deriso dai presenti e da tutti coloro che accedono ad internet e ai social”.

Uno dei più recenti episodi di bullismo, sfociato anche in una denuncia per lesioni, è quello che ha visto protagonista una 15enne che frequenta la seconda superiore in un istituto di Pesaro e un manipolo di ragazzine della scuola che l’avrebbero aggredita. I genitori si sono rivolti a un avvocato che mercoledì scorso ha scritto al preside e al dirigente dell’ufficio scolastico provinciale denunciando l’accaduto.