Raid vandalico all’istituto agrario Sospetti su uno studente bocciato

La prima campanella sta per suonare al "Cecchi" e nessuno ha dimenticato la violenza cieca di quella notte. Ad agire potrebbe essere stato per vendetta un ragazzo della scuola, forse aiutato da altri complici

di Davide Eusebi

L’anno scolastico all’istituto agrario sta per partire nella normalità. Ma nessuno al "Cecchi" si è dimenticato quello che è accaduto qualche settimana fa, quando Villa Caprile è stata sfregiata dai vandali che sono entrati nella zona dei labororatori sfasciando tutto quello che sono riusciti a sfasciare, e provocando danni per decine di migliaia di euro. Un raid che aveva lasciato il segno non solo nei tendoni squarciati e nell’arredo devastato, ma anche e soprattutto nell’animo di chi la scuola la vive come propria: gli insegnanti, il personale, gli stessi studenti che avevano appreso i fatti dal nostro giornale. Sugli autori dei vandalismi il cerchio si sta stringendo secondo indiscrezioni trapelate negli ambienti scolastici. E i sospetti che erano subito emersi potrebbero essere presto confermati dalla realtà. Chi ha provocato tutto quel pandemonio e perché? Gli indizi portano a uno studente in particolare che avrebbe sfogato la propria rabbia per la bocciatura, coinvolgendo probabilmente anche un complice. Un raid di folle violenza provocato dalla delusione cocente per dovere ripetere l’anno, per essere stato respinto dai docenti, per essersi sentito ultimo. Una rabbia covata per poco tempo ed esplosa appena qualche giorno dopo gli scrutini che sentenziavano promozioni e bocciature di una scuola che ha sempre avuto fama di essere seria, premiando chi merita ed esigendo il meglio perché chi esce da lì va a fare un mestiere che tocca da vicino la nostra quotidianità, l’alimentazione, il cibo, il vino . E infatti ogni anno la percentuale dei respinti è stata costante.

Due indizi avevano subito fatto pensare a qualcuno che frequentava la scuola e che avesse voluto vendicarsi di un presunto torto subito. Il primo: gli autori dei vandalismi sapevano che non c’era controllo né allarme a Villa caprile, e soprattutto conoscevano il luogo in cui erano riposte le chiavi dei locali, che hanno prelevato senza difficoltà, aprendo le porte per poi scatenarsi.

Gli autori sapevano anche bene dove si trovava la cassetta degli attrezzi. Il secondo indizio che avvalorava la tesi di qualcuno mosso dalla rabbia, era proprio confermato dalla violenza cieca esercitata: chi ha agito lo ha fatto con il deliberato intento di distruggere, senza guardare cosa e come: sfregi agli schermi dei computer, tendoni squarciati in modo di renderli irreparabili, perfino i fili della energia elettrica tagliati in due punti, con il rischio di morire. E infine il brindisi con cui avevano festeggiato lo scempio. Dettagli che portano a uno studente (o più) deluso per causa di studio, per una probabile bocciatura a suo dire immeritata. Le indagini sono comunque in corso e gli inquirenti mantengono massimo riserbo.