Pesaro: reati tributari, accusato Filippetti. La procura chiede il rinvio a giudizio

In ballo un milione di euro, ma alla base ci sarebbe un caos normativo. L’imprenditore turistico non commenta

 Nardo Filippetti

Nardo Filippetti

È uno dei tantissimi imprenditori italiani che aveva preso la palla al balzo per avere sconti sulle tasse. L’assist era arrivato da una norma del 2013 che aveva previsto agevolazioni fiscali a fronte di investimenti nella propria azienda destinati ad attività di ricerca e sviluppo. Quell’occasione, però, alla fine gli è tornata indietro come un boomerang. L’Agenzia delle entrate nel frattempo ha cambiato orientamento. E la conseguenza è che ora rischia di finire a processo. Lui è Nardo Filippetti (foto) e la procura di Pesaro ha appena chiesto il rinvio a giudizio dell’imprenditore per un reato tributario.

Gli inquirenti gli contestano di aver utilizzato in modo indebito circa un milione di euro. E quindi di aver beneficiato illecitamente degli sconti sulle tasse. Ma l’altro giorno il giudice Giacomo Gasparini non ha deciso sulla richiesta della procura. C’è infatti in piedi una sanatoria i cui termini scadono ad ottobre 2023. E Filippetti è ancora in tempo per scegliere di aderire alla sanatoria. Contattato tramite il suo legale, l’avvocato Umberto Bianco, l’imprenditore pesarese ha scelto di non rilasciare commenti. Ma chi conosce la materia, parla di un "pastrocchio" all’italiana. Quando si è offerta la possibilità di avere sconti dal Fisco investendo in ricerca e sviluppo, tantissimi imprenditori si sono lanciati nella corsa. Tanto da far drizzare le antenne all’agenzia delle entrate che ha fatto scattare i controlli. E sulla base di parametri introdotti due anni dopo il decreto ricerca&sviluppo.

"La normativa si è intrecciata e annodata su se stessa – spiegano gli esperti – e questo ha generato contestazioni a valanga in tutta Italia, mettendo nei guai molti imprenditori". E le richieste di rinvio a giudizio delle procure sono considerate come atti dovuti. "Alla segnalazione dell’Agenzia delle entrate, non potevano fare altro che aprire fascicoli di indagine". Già il governo Draghi è corso ai ripari per uscire dal pasticcio, prevedendo una sanatoria, dietro restituzione delle somme, e dunque estinzione del reato. Ora c’è il nuovo termine di ottobre 2023 per regolarizzarsi e chiudere il conto. In molti hanno scelto di aderire dal momento che mettersi nel contenzioso, a conti fatti, è un bagno di sangue. Per Filippetti, la decisione del giudice arriverà il prossimo ottobre.

e. ros.