ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Residenza fantasma. Condannato a restituire il reddito di cittadinanza

Dichiara un indirizzo in strada della Vallugola, ma vive a Brindisi. L’Inps lo scopre, lui si difende ma perde: dovrà pagare oltre 12mila euro.

L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza (foto d’archivio)

L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza (foto d’archivio)

Reddito di cittadinanza e residenza "fantasma", e per lui scatta la condanna da parte del tribunale civile di Pesaro a restituire oltre 12mila euro. Si è chiusa con una sonora bocciatura la causa intentata da un cittadino italiano originario di Brindisi contro l’Inps, nel tentativo di opporsi alla richiesta di restituzione del reddito di cittadinanza ricevuto tra il 2020 e il 2022. A stabilirlo è il giudice del lavoro di Pesaro, Gianfranco Tamburini, che ha rigettato in blocco il ricorso e condannato il ricorrente a restituire 12.652,21 euro, più interessi e spese legali.

Tutto ruota attorno a un indirizzo pesarese in strada della Vallugola. È qui che l’uomo aveva dichiarato di risiedere, salvo poi risultare, secondo accertamenti della Guardia di Finanza, stabilmente domiciliato a Brindisi già dal 2019. Un piccolo dettaglio che tuttavia fa tutta la differenza del mondo quando si tratta di dichiarare il proprio nucleo familiare e il reddito complessivo per accedere al sussidio. Il provvedimento di revoca del beneficio, notificato nel giugno 2023, era stato impugnato con una batteria di argomenti: secondo il ricorrente mancava una motivazione valida, le somme erano "irripetibili" e lui, nel presentare la domanda, non aveva omesso nulla. Ma il tribunale ha smontato punto per punto ogni difesa, evidenziando come le dichiarazioni fossero in contrasto con i rilievi documentati della Finanza.

La falsità della residenza, secondo il giudice incide direttamente anche sulla composizione del nucleo familiare e quindi sul reddito. Addio reddito, e benvenuta sanzione. Non solo: il giudice ha ritenuto valida anche la domanda riconvenzionale dell’Inps, che ha tirato in ballo un’ulteriore domanda presentata nel 2022, altrettanto viziata. Il risultato è stata la restituzione dell’intero importo e spese legali liquidate in 1.500 euro, più accessori.

Secondo il bilancio fornito dal comandante provinciale della guardia di Finanza Paolo Brucato in occasione del 251esimo anniversario dalla fondazione delle fiamme gialle, dal 1° gennaio 2024 e nei primi cinque mesi del 2025 i militari, in sinergia con l’Inps, hanno individuato e deferito alle competenti autorità giudiziarie 48 indebiti percettori del reddito di cittadinanza per un importo complessivo di oltre 280 mila euro. Un’attività che ha consentito di evitare l’erogazione di ulteriori 42 mila euro di sussidio indebitamente richiesti.