Revocato l’appalto per la videosorveglianza Ditta chiede 300mila euro di danni al Comune

Chiede quasi 300mila euro di danni. E per ottenerli ha trascinato il Comune di Pesaro davanti al Tribunale civile. Si tratta della società Sagredo Engineering srl, che ha sede a Roma, a cui, circa tre anni fa, l’amministrazione pesarese aveva dato l’appalto "per la fornitura e l’installazione – si legge nella determina pubblicata sul sito del Comune – di materiali necessari all’estensione e ammodernamento del sistema di videosorveglianza urbana e del sistema automatico di lettura targhe". Un’operazione di restyling degli occhi elettronici sulla città a cui partecipavano anche altre società appaltanti. Il contratto con la ditta romana però ha vita breve. Il Comune lamenta diverse inadempienze da parte della Sagredo e così il Servizio lavori pubblici (con la determinazione numero 558 del 27 marzo 2020) dispone la risoluzione dell’accordo. Ma la Sagredo non sta con le mani in mano di fronte a quel contratto stracciato. È convinta di essere nel giusto e che si stava muovendo nel rispetto dell’accordo. E quindi ritiene di essere stata danneggiata dalla revoca dell’appalto. Così, assistita dagli avvocati Luca Tozzi e Salvatore Zaza del foro di Napoli, ha deciso di citare a giudizio il Comune per "far dichiarare la nullità. Illegittimità ovvero inefficacia" di quella risoluzione. E monetizza il danno subito in quasi 300mila euro, per la precisione 285mila 340,99. I legali del Comune, gli avvocati Isabella Gattini e Mariangela Bressanelli, si sono costituite in giudizio per opporsi alla pretesa risarcitoria.

E non solo. Hanno rilanciato mettendo sul piatto il proprio conto, ritenendo che sia in realtà l’amministrazione la vittima della situazione che si è venuta a creare in seguito all’inadempimento della Sagredo. Da qui, la richiesta di risarcimento dei danni subiti in conseguenza della risoluzione contrattuale. L’ammontare però non è stato ancora indicato. Ma siamo ancora alle prime schermaglie. La data del processo deve ancora essere fissata. Lo scontro si sposterà a breve in aula, davanti al giudice del Tribunale civile, il quale dovrà valutare la fondatezza delle opposte rivendicazioni.

e. ros.