"Riattivazione della Fano-Urbino? Devastante per Calcinelli e non solo"

Altolà del sindaco dell’ex Comune di Saltara, Uguccioni: "Sarebbe una barriera a due passi dalle case"

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"No assoluto alla riapertura della ferrovia Fano-Urbino, perché avrebbe un impatto devastante per gli oltre 5mila abitanti di Calcinelli e per molte imprese locali". E’ perentorio Claudio Uguccioni, sindaco dell’ex comune di Saltara dal ’90 al 2004 e poi dal 2014 fino al 31 dicembre 2016, quando ci fu la fusione che diede vita a Colli al Metauro.

Uguccioni, perché torna a farsi sentire dopo un lungo silenzio?

"Il mio ‘silenzio’ non è certo dipeso dal disinteresse sulle scelte dell’attuale maggioranza di Colli al Metauro, ma dal fatto che un ex sindaco deve cercare di evitare giudizi su chi viene dopo di lui. Le notizie sulla possibile riapertura della linea ferroviaria Fano-Urbino m’impongono, però, di esternare le mie forti preoccupazioni".

Ci dica.

"L’assessore regionale Baldelli ha affermato che è stata presentata una richiesta di finanziamento tramite il Recovery Fund per la sua riattivazione che, da quanto mi risulta, ammonta a 140milioni di euro e prevede anche l’elettrificazione della linea. L’assessore ha anche parlato di un incontro a Roma con l’Ad di Ferrovie dove si è discusso del tema. La questione è dunque uscita da un dibattito generico tra appassionati della ferrovia o della ciclabile e rischia di avviarsi verso una strada ben precisa: la riapertura di una linea ferroviaria vera e propria".

E perché ciò la preoccupa?

"Perché anche se mi rimane difficile capire la logica di investire 140milioni nella riattivazione di una linea che qualche decennio fa era famosa per i vagoni vuoti, temo fortemente l’impatto che una riapertura avrebbe su alcuni centri della vallata e in particolare su Calcinelli".

Qual è il motivo?

"Il paese dove sono nato (Calcinelli, ndr) ha una caratteristica tutta sua: la ferrovia non è posta ai margini dell’abitato come nella maggior parte degli altri agglomerati lungo il Metauro, ma l’attraversa; e riattivarla significherebbe creare di nuovo una vera barriera. Non solo, la brevissima distanza che separa la Flaminia della ferrovia, poche decine di metri, impedirebbe anche di realizzare sottopassi o cavalcavia in grado di evitare il blocco del traffico veicolare al transito dei treni. Insomma, ci troveremo di nuovo con i passaggi a livello chiusi, con tutto quello che ne consegue. In più i treni passerebbero a pochissimi metri dalle case. Mi aspettavo una presa di posizione decisa da parte dell’amministrazione di Colli al Metauro e invece…".

Invece?

"Sembra che ci sia addirittura una disponibilità alla realizzazione del progetto. E allora, vorrei ricordare al sindaco facente funzione che il compito principale di un amministratore pubblico è garantire la vivibilità dei centri dove risiedono le persone che rappresenta. E che in questo caso, la vivibilità può essere garantita solo dicendo un secco ‘no’ a qualsiasi ipotesi di riapertura della ferrovia, che sarebbe un’autentica tragedia per Calcinelli. Non capirlo significa non conoscere i problemi del proprio comune".

Sandro Franceschetti