"Ricci ha fatto l’impresa, ma da solo non vince"

Il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Ancona Alberto Romagnoli: "Serve una prospettiva regionale, trovi una convergenza"

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Pesaro contro tutti o tutti contro Pesaro? L’arretramento della ferrovia nel tratto pesarese – il cosiddetto ’bypass’, 19 chilometri di cui quasi 8 in viadotto – sta creando profonde divisioni nel territorio. Tutti i Comuni ambiscono a salire su quel treno, qualcuno si accontenterebbe anche di uno strapuntino, ma per il sindaco di Pesaro Matteo Ricci questo è il modo più semplice per non portare a casa nulla. "Il tema dell’arretramento della ferrovia – spiega Alberto Romagnoli, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Ancona – è vecchio di almeno quarant’anni. Il presidente Giancarli nel 2000 affidò uno studio che riguardava il territorio di Ancona, ma ancora prima c’era stato un progetto di Fiat Engineering che aveva portato avanti uno studio similare. Noi ingegneri, poi, abbiamo dato il nostro personale contributo, elaborando uno studio di prefattibilità sull’arretramento della linea ferroviaria che sostanzialmente addiveniva alle stesse conclusioni degli altri due".

Poi cos’è successo?

"Ci siamo resi conto che non si poteva ragionare solo su Ancona, ma bisognava inserire il progetto in un’ottica come minimo regionale, ancora meglio coinvolgendo le altre regioni adriatiche".

E quindi il bypass pesarese immagino non le piaccia.

"Il sindaco Ricci è stato eccezionale, è riuscito a fare quello che per altri, in 40 anni, è stato impossibile. Ma la sua non può essere una battaglia autonoma. Parlo di tecnico, non da politico. Se non c’è una visione unitaria, un interesse strategico per tutta la regione, il progetto non ha senso".

Ma così si rischia di perdere un’occasione unica per Pesaro. Dovremmo buttare a mare 1,2 miliardi?

"Non è che siccome arrivano tanti soldi bisogna spenderli senza che ci sia una programmazione a monte. Capisco che adesso per il sindaco Ricci sia difficile fare un passo indietro, ma sono convinto che sia necessario trovare una convergenza con il resto del territorio. Andare allo scontro non ha senso. Ripeto, anche quando si trattava di Ancona, eravamo giunti alle stesse conclusioni. Certo, noi tutti quei soldi, non li avevamo".

Si tratta di un’opera che avrà un grosso impatto sul territorio. Al di là della politica, secondo lei i cittadini come la prenderanno?

"Questo è un altro motivo per cui credo sia fondamentale ragionare in termini regionali. Perché se un’opera è considerata strategica per tutti, se viene colto l’interesse collettivo alla base, è più facie portare a casa il risultato. Altrimenti, se si ravvede solo l’interesse di una parte, il livello dello scontro si alza inevitabilmente. Anche per via del considerevole aumento di traffico".

Perché l’arretramento è così importante per lo sviluppo dell’intera regione? Non c’è solo la valorizzazione della risorsa spiaggia.

"No, l’aspetto estetico è secondario rispetto agli aspetti economici: immaginiamo l’aumento del valore degli immobili, un’intera economia che rifiorisce; poi l’aumento di collegamenti che ci renderebbe più competitivi a livello di turismo; e ancora l’aumento del trasporto di merci, che diversamente rischia un domani di andare in crisi. Un’occasione da non perdere. Ma insieme".

Benedetta Iacomucci