Ricci: "Ricomincio da 10". Slitta la candidatura

Il sindaco a Roma presenta il suo manifesto programmatico in vista della corsa alla segreteria Pd. Intanto il dirigente Dem Bettini tesse le sue lodi

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Goffredo Bettini, autorevole dirigente del Partito democratico, che domani sarà a Pesaro, in un’intervista apparsa ieri sul Manifesto l’ha definito "intelligente e veloce anche sui temi di politica nazionale". In una parola: "Strepitoso". Parlava di Matteo Ricci, in riferimento alla corsa per la segreteria nazionale del Pd: un candidato "da non sottovalutare perché potrebbe, per diverse ragioni, allargare molto i propri consensi". Secondo lo storico esponente Dem, al di là dei sondaggi che di recente lo ponevano nelle posizioni più remote della classifica, per il sindaco di Pesaro la partita non sarebbe chiusa. D’altronde, finché i candidati non sono chiari i sondaggi contano poco e finora l’unico certo e favorito è Stefano Bonaccini: con chi se la vedrà il presidente della Regione Emilia Romagna? E’ questa la domanda dirimente a cui nelle prpossime settimane si dovrà dare una risposta. Se il contendente sarà Elly Schlein, candidata dall’indiscussa forza mediatica, per Ricci si chiuderà la partita. Se invece a scaldare i cuori tornerà in auge la candidatura di un sindaco, potrebbe giocarsela. E il sindaco di Pesaro è stato molto abile nel costruire attorno alla sua persona una rete di amministratori da tutta Italia che da due mesi lo spalleggiano nel tour. Determinante, comunque, sarà l’appoggio del partito esistente: senza, gli endorsement valgono poco. Per questo anche l’arrivo di Bettini, domani a Pesaro per la presentazione del suo libro "A sinistra da capo", è un segnale interessante. Intanto ieri Matteo Ricci il suo contributo di idee l’ha dato. In una conferenza stampa organizzata al circolo Dem San Giovanni ha presentato "Dieci idee per il nuovo Pd". La candidatura ufficiale ancora non c’è, ma potrebbe solo essere rinviata di qualche settimana (c’è tempo fin al 27 gennaio). Di sicuro, il sentore è quello di una vera e propria discesa in campo. "Siamo stati - è il punto di partenza - il partito della responsabilità, ma non avevamo una nostra bandiera. Dieci anni al governo senza aver mai vinto le elezioni, sono stati utili per l’Italia ma hanno indebolito il Pd e la sua identità. Sono stati commessi molti errori, ma su alcuni abbiamo riflettuto troppo poco". E se "è stato un peccato mortale far cadere il governo Draghi da parte di Giuseppe Conte, aprendo di fatto il governo alle destre", è stato "ugualmente grave far cadere il governo Conte-Gualtieri a causa della spregiudicatezza di Renzi". Un altro "grave errore è stato non provare a cambiare il gioco proponendo una legge elettorale nuova, dopo il taglio del numero dei parlamentari". Adesso "dobbiamo ripartire dall’opposizione: può essere un’occasione utile per ridefinire identità, progetto e linguaggio. Certamente al Pd serviva un percorso meno contraddittorio e più lineare: o una costituente con il tempo necessario, o subito le primarie e una costituente successiva costruita dal nuovo segretario. Abbiamo scelto regole congressuali che non fanno né l’una né l’altra scelta". Per Ricci "l’Italia ha bisogno di un partito grande del socialismo europeo, una forza progressista del fare. Il declino si può invertire parlando chiaro".

Ricci elenca quindi i dieci punti da cui ripartire: per l’Ucraina e per la pace "rilanciare il sogno degli Stati Uniti d’Europa; benessere equo e sostenibile e diritto alla ricerca della felicità; una forza del lavoro e del riscatto sociale; una sinistra veloce e garantista"; essere combattivi, a partire dalla legge di bilancio "inadeguata e iniqua"; ricucire l’Italia e la sfida delle riforme; opposizione comune, alleanze coerenti, partendo dalla constatazione che "la collaborazione fra Pd e M5s in tanti comuni - come nel Comune di Pesaro, primo caso in Italia - e nelle regioni è la dimostrazione che se si fanno con intelligenza percorsi unitari le intese si possono costruire in modo efficace"; rimuovere gli ostacoli; una sinistra di prossimità; un partito utile: partecipare per fare e decidere". E infine, "per le candidature ufficiali c’è tempo, ma intanto mettiamo a disposizione il nostro lavoro e le nostre prime proposte" affinché il Congresso "sia davvero il momento per scegliere identità, progetto e linguaggi nuovi e non foriero di nuove divisioni".