Bar, ristoranti e hotel cercano personale a Pesaro: "Nessuno si presenta"

Il caso del "C’era una volta", che ha piazzato l’annuncio in via Branca. " Volevo aprire per l’asporto, ma chi ci metto a lavorare?" Di Remigio, presidente della categoria: "Un collega ha offerto 2.300 euro a un cuoco. Ha detto no perché ha il reddito di cittadinanza"

Il cartello di ‘C’era una volta’ per la ricerca di personale

Il cartello di ‘C’era una volta’ per la ricerca di personale

Pesaro, 6 febbraio 2022 - "Qualche giorno fa è venuta da me una signora che cercava lavoro. L’ho provata, adava bene e lo ho detto che se il giorno dopo fosse tornata le avrei fatto il contratto. Sa qual è stata la risposta? Contratto no, altrimenti perdo la disoccupazione", dice Gilberto Petroccione titolare del "C’era una volta" in via Cattaneo. Da mesi questo ristoratore ha un cartello con la scritta ricerca di personale in via Branca. "Oh, non si presenta nessuno, nemmeno come lavapiatti. Anzi no... perché avevo trovato una ragazzina per il week end... ma il fidanzato l’ha poi picchiata". Risvolti di una storia come tante, perché il problema della ricerca di personale per bar, ristoranti e hotel "sarà uno dei grandi temi della prossima estate e nessuno sa come faremo perché non arriva nessuno nemmeno dal sud", dice Mario Di Remigio di ‘Polo Pasta e Pizza’ e presidente dei ristoratori di Confcommercio. Che di episodi ne racconta un altro: "Un mio collega ha chiamato il cuoco per riaprire. Gli dava 2300 euro al mese. Ha ricevuto risposta negativa perché con il reddito di cittadinanza e 3 figli ne prendeva 1800: è rimasto a casa". Ma non è solo folklore, perché Gilberto Petroccione parla dell’altro lato della medaglia: "Il personale non si trova per cui stavamo pensando di chiudere la cucina ed andare avanti solamente con le pizze; volevamo aprire per l’asporto qui accanto a noi. Ma chi ci mettiamo a lavorare? Per cui ci stiamo ripensando ed il lavoro c’è e sono sicuro che funzionerebbe". Ma i giovani per arrotondare? "Arrivano, ma non durano. Alcuni dicono che imparare a fare i tortellini pasticciati non è il massimo e pensano ai ristoranti stellati. Altri si stancano perché si lavorava il sabato e la domenica... Poi ci sono anche le famiglie". In che senso? "Che tutti sperano che i figli diventano dei manager per cui fare il cameriere o il cuoco non va bene. Vuol sapere una cosa?". Racconti? "Mio figlio ha due lauree in economia prese a Bologna. Gira e rigiera alla fine fa il camerire da me. L’altro figlio fa ingegneria a Padova ed anche lui sta pensando alla strada che porta a casa". Di Remigio ci mette il carico sopra "perché il problema è molto grave. Molti hanno cambiato lavoro durante il lockdown perché avevano bisogno di uno stipendio e sono andati in fabbrica. Il personale che sforna l’alberghiero non è sufficiente a coprire la domanda perché stiamo parlando di 15-16 ragazzi l’anno. Ma la situazione è abbastanza generalizzata: negli hotel è la stessa cosa. Mi dicevano di Nardo Filippetti per coprire i turni estivi sia al Nautilus che all’Excelsior sta cercando 50 persone e sta iniziando i colloqui per trovare personale". E ci si ruba i lavoratori a vicenda: "Si presentano persone provenienti da altri locali dove magari hanno avuto magari dei problemi. Altri per guadagnare di più. Nessuno li va a rubare ai colleghi, ma c’è anche questo", chiude Gilberto Petroccisione.