Ricomincia la scuola per 46mila studenti I ’riti’ del Covid sono un lontano ricordo

Niente più controllo del green pass; addio mascherine; distanziamento archiviato. Ma tornano i nodi sulle carenze del personale

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E’ arrivato: oggi è il primo giorno di scuola per la stragrande maggioranza dei 46.875 studenti di età compresa tra i tre e i 18 anni, iscritti ad una delle 54 istituzioni scolastiche della provincia bella. Al polo Tre di Fano infatti le lezioni sono riprese da lunedì, mentre alla primaria di Borgo Pace sono iniziate ieri: sono esempi per testimoniare che ogni scuola, nella propria autonomia, decide come rispettare il calendario scolastico stabilito dalla Regione. Secondo i dati dell’Ufficio scolastico regionale, in orari oscillanti tra le 8 e le 9, la prima campanella ieri è suonata per 5.567 bimbi iscritti alle scuole dell’infanzia statali; per i 14.128 alunni della primaria; per i 10.014 ragazzi delle medie e per i 17.166 studenti delle superiori. La brutta notizia, confermata dall’Usr, è la contrazione della popolazione studentesca: dati assolutamente approssimativi contano un calo, evidente nella fascia della scuola primaria. La contrazione in generale, potrebbe ricondursi, come sul piano nazionale, al calo delle nascite oppure risentire di una mobilità legata ai flussi migratori e occupazionali delle famiglie, influenzati da due anni di Covid. Restando sul tema, la bella notizia è che, almeno a guardare le cronache di un anno fa, il rientro tra i banchi non è segnato dall’incubo di una impennata di contagi. Il Covid, in questa fine estate, risulta contenuto: all’ingresso studenti ed insegnanti non avranno particolari regole da seguire se non quelle del buon senso. Il controllo del green pass è un lontano ricordo. I più diffusi dispositivi di prevenzione – a cominciare dalla mascherina – non sono più d’attualità. Le scuole si riattiveranno, seguendo le procedure anticontagio consolidate, solo in caso di necessità.

Ma c’è un ma davanti il quale i sindacati hanno messo l’accento: "qualora dovesse ripartire il contagio – osserva Serena Pagliai, segretario provinciale Cisl scuola – con quale personale le scuole ripristineranno i protocolli di sicurezza visto che non solo il contingente Covid non è stato previsto, ma gli ata – il personale tecnico impegnato nelle mansioni di vigilanza, igiene e sanificazione, pratiche amministrative – è ridotto all’osso?". "Iniziamo il nuovo anno con un organico Ata, assolutamente insufficiente – ribatte Tuscia Sonzini, segretario provinciale Flc Cgil – sia ad affrontare il carico di burocrazia che è stato riversato sulle segreterie e sia la vigilanza e la sorveglianza". Per i sindacati i numeri divulgati dall’Usr – 22.871 docenti presenti in classe oggi e 6.423 Ata pronti a far muovere la macchina marchigiana – sono tutto, tranne che rassicuranti. "Nel nostro territorio avremo almeno 400 supplenti sul sostegno: una precarietà che oltre al lavoratore penalizza uno studente tipicamente fragile, in un ambito in cui la continuità relazionale è, infatti, fondamentale". L’Usr riconosce che sul sostegno ad essere precario è il 45,8% degli insegnanti. Sui posti comuni, sempre secondo l’Usr, il dato è vistosamente inferiore: su 17.208 posti comuni i supplenti son il 13,42%. "Nel ruolo comune – osserva Sonzini – al di là dei concorsi, l’organico precario, in media, per ogni scuola della nostra provincia, si attesta sul 30%. Quindi, nonostante i proclami del ministro, nulla è cambiato".

Solidea Vitali Rosati