"Riflettete bene prima di giudicare chi incontrate"

Cari lettori, questo non vuole essere un articolo come gli altri, ma una lezione di umanità. Mi riferisco al delicatissimo tema dell’invalidità. Partendo dal presupposto che l’essere invalido non corrisponde sempre all’immagine dell’individuo sulla sedia a rotelle o con problemi deambulatori, ma ci sono molte forme di invalidità invisibili, e no, la stupidità non è una di queste.

Io, per esempio, sono portatrice di molteplici handicap, ma esteriormente non si notano. Ho una malattia genetica, la Fibrosi Cistica, che comporta gravi problemi respiratori; soffro di sordità e tra le tante cose ho un’insufficienza renale tanto impegnativa da costringermi in dialisi tre volte a settimana aspettando un trapianto di rene. Tutto questo non ha manifestazioni eclatanti sul mio fisico, quindi, puntualmente, quando parcheggio nei posti dedicati alle persone come me, trovo sempre il giustiziere di turno privo di competenza in materia, che non solo non si fa i fatti propri, ma esordisce sempre con insufficienza e indelicatezza.

Scendendo dalla macchina ho sentito esclamare con cadenza pesarese: "Oh! Ma almeno sei handicappata!?" oppure: "Non puoi parcheggiare qui! Cammini!", e una volta accompagnata da mia madre: "Chi sarebbe l’handicappata?". Sono sempre molto diplomatica, ma la pazienza ha un limite.

Non siete vigili urbani, non avete né il diritto di chiedere se la macchina possiede il permesso, né dovete permettervi di fare uscite infelici. Provate a mettervi nei panni di chi parcheggia in questi posti speciali; posso assicurarvi che pagherebbe pur di non averne bisogno! E doversi ogni volta giustificare per evitare una discussione inutile, vi garantisco essere molto pesante. Riflettete: "Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile".

Asia D’Arcangelo