Ritorno all’antico, ora gli esami sono in presenza

In Ateneo saranno pochissime le eccezioni. Si allarga la morsa anche per le tesi di laurea: da dieci a venti le persone che possono assistere

Migration

di Nicola Petricca

A Urbino, gli esami universitari tornano in presenza. La decisione era già stata presa, ma ora i vertici dell’Ateneo l’hanno ufficializzata, comunicando tutte le specifiche del caso agli studenti. Per la sessione estiva, gli iscritti alla Carlo Bo dovranno sostenere le varie prove nelle rispettive sedi, salvo rari e specifici casi.

"Siamo in un momento strano, in cui abbiamo un’esperienza alle spalle e un futuro incerto davanti, ma riportiamo gli esami alle condizioni di normalità, al pari del resto della società civile, come ci obbliga a fare il Ministero - spiega il prorettore alla Didattica, Giovanni Boccia Artieri -. Non ci sono eccezioni particolari, in questa fase, per esami e tesi, e il covid è trattato dallo Stato come un’accidentalità, un po’ come quando prima capitava un infortunio o impedimento, per questo le prove si terranno in presenza per tutti. In caso di positività di un docente, gestiremo la situazione come si gestivano prima situazioni simili, nominando una commissione sostitutiva. Abbiamo però mantenuto, per gli esami scritti, una garanzia di turnazione nelle aule, per non congestionarle: al momento della prenotazione, se un turno è già pieno, lo studente sarà automaticamente indirizzato al successivo".

Per quanto riguarda gli studenti stranieri che si trovano all’estero o studenti in mobilità in altri Paesi, che avessero difficoltà di rientrare, Boccia Artieri spiega che "potrebbero effettuare l’esame a distanza, in caso di impedimento oggettivo, come un nuovo inasprimento delle restrizioni per una recrudescenza del covid. In tal caso dovrebbero mettersi in contatto con la segreteria o il direttore di ripartimento". Si allentano anche le restrizioni per le lauree, in cui passano da 10 a 20 le persone che possono assistere a ciascuna discussione di tesi: "Raddoppiamo il numero, ma teniamo comunque un limite perché vogliamo mantenere una gestione sicura dei locali.

Sceglieremo anche aule grandi per gestire tutto al meglio. Sembrano piccoli passi, ma uniscono il mantenere prudenza all’andare incontro al desiderio dei nostri iscritti di avere più persone alla discussione". Come successo lo scorso anno, inoltre, a fine inverno era arrivata l’ufficialità della proroga a giugno anche per il termine dell’anno accademico 2020-21.

"Prolungarlo significa dare la possibilità di laurearsi a giugno, senza iscriversi al nuovo anno e quindi senza pagare altre tasse, a chi abbia già terminato gli esami. Ogni corso di laurea gestirà le tempistiche in autonomia, fissando un ulteriore appello di laurea tra il 23 maggio e il 15 giugno.

È un sostegno economico, morale e fiduciario per gli studenti, concretizzato perché il Ministero ne ha dato la possibilità. In vista dell’anno prossimo, adesso aspettiamo tutti due cose: direttive dal Governo, perché erano lo stato di eccezionalità e un decreto ministeriale, ora scaduti, che permettevano di fare attività online, derogando anche all’obbligo di effettuare esami dal vivo, valido pure per le università telematiche; la Conferenza dei rettori delle università italiane, per confrontarci con gli altri atenei e capire come non perdere ciò che abbiamo imparato, abbandonando le cose negative e riprendendo le cose positive che avevamo consolidato. Non parlo di didattica onlineoffline, ma di una didattica aumentata".