Pesaro, i robottini a guardia delle opere d'arte

Sabato a Firenze si disputerà la semifinale nazionale del concorso didattico Nao Challenge, dove parteciperanno gli studenti-programmatori del liceo Marconi

Uno degli umanoidi progettati dai ragazzi di Pesaro

Uno degli umanoidi progettati dai ragazzi di Pesaro

Pesaro, 21 febbraio 2019 – Domani a Firenze si disputerà la semifinale nazionale del concorso didattico Nao Challenge. Oggi al liceo scientifico Marconi, gli studenti hanno lavorato sodo per programmare i cinque umanoidi con cui affronteranno la gara utile a dimostrare un modo innovativo per tutelare l’arte, la cultura e l’ambiente. In città, per allenarsi con i liceali, programmatori in erba, i cinque robot della Softbank Robotics sono arrivati lunedì.

Si tratta di cinque umanoidi il cui obiettivo sarà proteggere e promuovere il patrimonio culturale e naturalistico di cinque realtà tra cui il Museo nazionale Rossini di Pesaro, il Palazzo ducale di Urbino, l’Arco di Augusto di Fano, Il Parco San Bartolo, l’opera del Cigno eseguita dall’Orchestra sinfonica Rossini. In che modo? Uno di loro, ribattezzato Wall-E, per esempio avrà il compito di tenere d’occhio i visitatori del Museo nazionale Rossini per evitare che facciano fotografie con il flash. Come? un sensore che avvisa Wall-e dell’uso improprio del flash, rischioso per documenti antichi e dipinti sensibili alla luce.

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Srat (special robot assault team) invece sarà testato per tutelare l’Arco di Augusto dall’attacco delle polveri sottili. Il sensore programmato dagli studenti andrebbe a verificare il livello di Pm10 presente a ridosso del monumento e qualora questo fosse dannoso, informerebbe del rischio l’istituzione preposta al monitoraggio.

Nao Challenge è un concorso nazionale organizzato dalla Scuola di robotica di Genova in colaborazione con la francese Softbank Robotics e Campus Store (fornitore dei robottini). Nella Galleria Nazionale delle Marche “Nao Rinaoscimento”, verrà testato dai ragazzi per quantificare, in tempo reale, il numero dei visitatori presenti nelle sale.

«Il sensore ottico – spiega lo studente Mirco Giorgi – darà conto del bilancio tra flusso in entrata e uscita per garantire una presenza adeguata in ambienti così delicati per la conservazione di opere artistiche e dipinti».

In effetti nei nomi dei cinque umanoidi c’è il sogno e lo sguardo rivolto al futuro che i giovani hanno scelto per i loro potentissimi alleati, modellati con l’hardware e software Arduino. «Ci siamo ispirati al personaggio di Wall-e, un robottino geniale che tenta di salvare un mondo che sta andando alla deriva, in quanto nessuno ne ha cura – spiega la studentessa Elena Solari –. Tramite Nao Wall-e vogliamo conservare le opere per le generazioni successive, aiutare nella conservazione del patrimonio comune».

L’umanoide Nao Nai, invece avrebbe il compito di collaborare con l’Ente Parco San Bartolo. «Per Nai abbiamo programmato tre sensori – spiega la studentessa Beatrice Baris –: registrano luminosità, umidità e temperatura. Volevamo diffondere la cultura scientifica».