Rossini Opera Festival 2019, strepitosa la Iervolino nei panni di Ernestina

L'Equivoco Stravagante è successo per la nuova produzione con la regia del duo Leiser-Caurier

Teresa Iervolino

Teresa Iervolino

Pesaro, 14 agosto 2019 - L’opera che mandò in carcere Rossini, L’Equivoco stravagante, non scandalizza più e diventa un successo nella nuova produzione del quarantesimo Rof, con la direzione di Carlo Rizzi e la regia del duo Moshe Leiser e Patrice Caurier. La messa in scena volutamente caricaturale sottolinea il carattere di questo dramma giocoso condito di doppi sensi, che strappa risate per i testi arditi e applausi per musicisti e cantanti. Convincono i protagonisti, a partire dalla strepitosa Teresa Iervolino come Ernestina, Paolo Bordogna perfetto nel ruolo di Gamberotto, Davide Luciano in Buralicchio, Pavel Kolgatin in Ermanno, Manuel Amati in Frontino e Claudia Muschio in Rosalia. Un lavoro incentrato sulla recitazione, l’interpretazione vocale, impreziosita dal coro del teatro Ventidio Basso guidato da Giovanni Farina, e orchestrale dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai, condotta magistralmente da Rizzi.

Una scena de L'Equivoco Stravagante La direzione scelta dai registi è chiara fin dall’apertura del sipario: i due domestici vengono sorpresi in una scena molto hard  all’interno del castello, fatto solo di pareti e soffitti pesantemente damascati, su cui campeggia l’enorme quadro stile agreste, chiaro simbolo delle origini contadine del proprietario Gamberotto. Questa è l’opera con cui nel 1811 il giovane Gioachino, 19enne, passò qualche giorno in galera per quel libretto di Gaetano Gasparri volgarmente infarcito di battute e doppi sensi. Per cui tutto appare scherzosamente marcato, a partire dal lungo naso posticcio indossato da ogni cantante, nei costumi creati da Agostino Cavalca e nelle scene di Christian Fenouillat. La staticità pesante della scenografia si anima finalmente nel secondo atto, quando il quadro prende vita diventando una finestra sul mondo esterno. Il passaggio più coinvolgente però è fuori dalla scena, quando dopo l’applauditissimo duetto tra Ernestina e Buralicchio, il sipario si chiude. Sul palco c’è solo Ermanno, Kolgatin, che regala al pubblico, come fosse un diamante tra tante pietre più o meno preziose, la sua aria Sento da Mille Furie. L’equivoco stravagante, fedele al suo titolo e alla sua vicenda storica, incassa un altro successo per il Rossini Opera Festival. Si replica 16, 19 e 22 agosto.