Rubati ori e revolver a casa d’un poliziotto, 62enne alla sbarra

Aveva rubato ori, argenti e un revolver calibro 38. Ma molto probabilmente non sapeva di essere finito nella casa di un poliziotto, ex dirigente della Questura, e che quella era la sua pistola d’ordinanza. L’agente aveva scoperto il furto, il giorno dopo, di ritorno dalle vacanze. Le indagini avevano subito individuato almeno tre tracce ematiche. E da quelle, i Ris di Roma, sono risaliti al profilo genetico del topo d’appartamento. A processo a Pesaro, per furto aggravato, si trova un 62enne originario di Torino, Claudio Narciso, che ha alle spalle un lungo curriculum criminale, con precedenti dello stesso tipo, ma anche di ricettazione e detenzione illegale di armi. Sembra che sia stato coinvolto anche in conflitti a fuoco con le forze dell’ordine. All’udienza di ieri mattina, sono stati ascoltati alcuni dei carabinieri di Pesaro che hanno svolto le indagini. Il colpo nella casa dell’ex dirigente, nella zona centrale della città, risale a giugno 2014. Ieri in aula, erano presenti anche la vittima e la moglie. Il poliziotto si era inizialmente costituito parte civile, ma poi ha deciso di rinunciare alla richiesta di risarcimento danni nel processo. L’imputato avrebbe arraffato gioielli preziosi per svariate migliaia di euro. Non è mai stata ritrovata la pistola che, come spesso succede in questi casi, sparisce subito nel nulla, finendo per essere piazzata nel mercato criminale e anche con profitto. Il suo valore nel mondo dell’illegalità può arrivare anche a duemila euro. L’imputato non era presente in aula. Il suo difensore ha tentato di smontare la prova del dna, cercando di mettere in evidenza eventuali imperizie tecniche e procedurali delle forze dell’ordine. Processo aggiornato a fine ottobre.