Omicidio a Pesaro, al setaccio la casa di Zakaria Safri

Oggi alle 16 i funerali di Sabrina Malipiero nella chiesa di Cristo Re

Omicidio a Pesaro, nei riquadri Sabrina Malipiero e Zakaria Safri

Omicidio a Pesaro, nei riquadri Sabrina Malipiero e Zakaria Safri

Pesaro, 21 luglio 2018 - La polizia torna stamattina nella casa di Zakaria Safri, in via Faenza 9, zona Tombaccia. Si cerca altro, attraverso l’ausilio della Scientifica. Tracce biologiche, vestiti, magari altra droga oltre quella trovata, agende, altri telefoni. Ma non ci sarà solo la polizia. «Sono stata informata di questo nuovo sopralluogo e ci sarò anch’io – spiega l’avvocato Francesca Biagioli che insieme al collega Marco Defendini tutela Safri – cercherò di seguire il lavoro degli inquirenti. Questo perché inizieremo da lunedì anche un nostro lavoro di ricerca della verità». 

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Il legale spiega: «Invierò a tutti i conoscenti che frequentavano la casa di Sabrina Malipiero un invito a presentarsi nel mio studio per delle indagini difensive. Ascolterà meglio coloro che sono stati ascoltati dalla polizia, sentirò anche persone finora mai convocate, e approfondirò dichiarazioni già date confrontandole con i tempi e i luoghi». All’avvocatessa Biagioli c’è qualcosa che non torna: «Ho visto che sono stati presi a verbale solo tre o quattro visitatori della casa, altri sono stati lasciati fuori oppure ascoltati con molta fretta. Io vorrei ascoltarli meglio, farmi raccontare di più come funzionavano le visite in quell’abitazione, da dove arrivava la droga, chi la comprava, chi la vendeva, chi la consumava. Insomma, fare chiarezza su luoghi, fatti e personaggi». 

Proprio ieri, l’avvocatessa Biagioli ha incontrato in carcere Zakaria Safri: «L’ho trovato sollevato e deciso a confermare la sua linea, ossia di esser entrato in casa trovando la donna agonizzante. D’altronde, se ora emerge dall’autopsia che è stata colpita col casco, mal si concilia con la sua ‘confessione’ di averla colpita con dei pugni. Confessione che Safri ritiene aver deciso di fare sotto la pressione psicologica degli inquirenti. Io non entro nel merito, ma anche ora ribadisce di non aver fatto nulla di male a Sabrina. Mi ha riferito che l’uccisione con dieci coltellate significa che l’assassino doveva avercela molto con lei, solo uno con una furia incontrollata arriva ad uccidere così. Comunque, Safri ha fatto sapere alla polizia i nomi di tutti coloro che acquistavano droga in quella casa e anche di un albanese che riforniva Sabrina. L’indagine su questa orribile morte non è affatto finita»

Intanto oggi, alle 16, nella chiesa di Cristo Re in viale della Vittoria, si terranno i funerali di Sabrina Malipiero.