
E’ il 2 luglio 1925: monsignor Carlo Liviero, allora vescovo di Città di Castello, apre una colonia nella spiaggia di Pesaro per ospitare bambini umbri e salvarli dalla tubercolosi, allora letale. Qui sopra: suor Maria Oliva
E’ il 1923, la tubercolosi è un rischio quotidiano specie per i più piccoli e un modo per contrastarla è stare "dove c’è aria salubre" ovvero in riva al mare. Nasce così la colonia "Elioterapica antitubercolare" di Pesaro, aperta anche ai bambini della vicina Umbria che il mare non ce l’hanno. Ma c’è bisogno di personale. Il vescovo di Pesaro monsignor Bonaventura Porta chiede al suo amico e collega di Città di Castello, monsignor Carlo Liviero, di inviargli le suore del "Sacro cuore", congregazione fondata dal vescovo Liviero per assistere i figli dei richiamati e gli orfani della Grande guerra. Sono le Piccole serve del Sacro cuore che diventeranno una presenza viva e insostituibile in città: le suore di via Amendola, dove sono passate, a scuola, generazioni di pesaresi e anche campioni come Massimo Ambrosini.
La colonia, dove attualmente ci sono i bagni Sacro cuore, in fondo a viale Trieste, viene acquistata dal vescovo Liviero con le offerte dei suoi parrocchiani di Città di Castello, pensando ai "derelitti, ai più bisognosi, per premunirsi contro gli assalti di quel male che non perdona..tanto diffuso". Quella tubercolosi che aveva gettato nella disperazione un padre che, proveniente dall’Umbria, aveva cercato ricovero a Pesaro con la bimba febbricitante tra le braccia, trovandolo in una famiglia attraverso monsignor Bonaventura. Così per la prima volta il 2 agosto 1925, la spiaggia in fondo a viale Trieste viene dotata di tre tende donate dal Governo dove possono alloggiare i primi sessanta bambini. I lavori per la colonia in muratura iniziano invece il 18 marzo 1926 e ogni anno vi arrivano anche quattrocento bambini dall’Umbria che "neri come tanti piccoli africani tornano nella verde Umbria più robusti, più educati, più buoni", come si legge nel "La voce del Sacro cuore" del 1926. Nel 1929 la colonia resta aperta anche in inverno per i bambini del consorzio antitubercolare di Perugia. Ma non è solo la tubercolosi il pericolo. Grazie a Comune di Pesaro e alla generosa opera del dottor Camonzi, si viene a capo anche di problemi provocati da tifo, scabbia, tigna e cimici. La colonia si anima di tanti bambini che lì passano ore spensierate.
Ma nuove nubi si addensano all’orizzonte. Nel 1939 la colonia viene requisita per diventare ospedale militare per i reduci dall’Albania che vengono assistiti e curati dalle suore. Scoppia la seconda guerra mondiale e nel 1944 i tedeschi decidono che la colonia deve essere distrutta per avere una migliore visione del mare dal loro appostamento sull’Ardizio e così la fanno saltare con trenta mine. Dopo la guerra, la colonia rinasce in via Amendola con la scuola dell’infanzia, quella elementare, un collegio femminile per aiutare le famiglie che hanno bisogno. Più tardi nascerà anche "Casa fiducia" per le madri con bambini in difficoltà. Nel frattempo Carlo Liviero diventa beato. Le suore sono state una presenza preziosa per la parrocchia di Cristo Re e nella loro spiaggia hanno ospitato anche le colonie del Cif (Centro italiano femminile). La città, e non solo, festeggerà il secolo della colonia e dell’opera delle suore con questo programma in spiaggia: oggi alle 21 "Un padre che vi ama", vita e opere del beato Carlo Liviero, letture con le voci dei libri. Domani alle 21 "Serata vocazionale" con esperienze di vita. Sabato sempre alle 21 la veglia (narrazione e ricordi). Lunedì alle 5 del mattino adorazione eucaristica e Santa messa con l’Arcivescovo Salvucci.
Davide Eusebi