Sanitari no vax Pesaro, sospesi 36 tra medici e infermieri Asur

E’ il numero complessivo di dipendenti lasciati a casa da ottobre ad oggi. Hanno disatteso all’obbligo di immunizzarsi. Rientreranno solo vaccinandosi

Infermieri in un ospedale (foto repertorio)

Infermieri in un ospedale (foto repertorio)

Pesaro, 29 novembre 2021 - Sono 36. Si tratta di medici , infermieri, oss, tutti dipendenti di Asur area vasta 1. Li unisce dall’ottobre scorso ad oggi due elementi: sono no vax e si trovano a casa senza stipendio. Non perdono il posto di lavoro, ma di fatto sono disoccupati, a meno che non decidano di vaccinarsi rientrando così in ruolo. Solo che non vogliono farlo malgrado i solleciti da parte della direzione Asur di allinearsi alle direttive imposte dal decreto legge 44/21 che per alcune categorie imponeva fin dall’estate scorsa la vaccinazione obbligatoria. Ai vari solleciti, moltissimi non hanno risposto e chi lo ha fatto ha cercato di prendere tempo o inviato dei certificati di esenzione vaccinale che solo in pochissimi casi sono stati accettati ma per un periodo definito.

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Per decidere chi e quando sospendere dal servizio, è stata istituita una commissione che dall’agosto scorso procede ogni settimana a valutare le situazioni dei dipendenti non vaccinati e le loro giustificazioni. In base alla legge, la commissione verifica se possono esserci mansioni alternative per i no vax e, se appurata l’inesistenza di queste, ha il dovere di procedere con la notifica delle sospensioni fino a vaccinazione effettuata. Non esistono altre possibilità per essere riammessi al lavoro. Da quanto si è appreso, sono pochi quelli rientrati nei ranghi perché vaccinatisi perché presumibilmente non tutti possono permettersi di stare a casa senza stipendio. L’ufficio personale di Asur 1 ha preso atto poi della sospensione dal lavoro di un infermiere vaccinato su indicazioni dell’Albo professionale infermieristico in quanto il dipendente non aveva segnalato il proprio indirizzo di posta pec. Questo è motivo di sospensione dell’albo professionale. Il che comporta la notifica del provvedimento al datore di lavoro (in questo caso l’Asur) che non può lasciare al proprio posto di lavoro chi non è regolarmente iscritto al proprio Albo professionale. Nel caso di mancata sospensione, scatterebbe il reato di esercizio abusivo della professione. Dunque, dall’elenco di 36 dipendenti sanitari sospesi perché no-vax spunta il 37° che è vaccinato ma non si è preoccupato di regolarizzare la sua posizione con l’Albo professionale. Col risultato che è stato sospeso ro.da.