RICCARDO PAOLO UGUCCIONI
Cronaca

Sant’Agostino ritrova la lapide cancellata dai Giacobini nel ’700

Stefano Zilia Bonamini Pepoli, discendente della famiglia che costruì la cappella a Pesaro nel 1500 ha fatto restaurare il manufatto e ritrovato lo stemma in un mercatino. Indulgenza dal papa per chi prega lì.

Stefano Zilia Bonamini Pepoli, discendente della famiglia che costruì la cappella a Pesaro nel 1500 ha fatto restaurare il manufatto e ritrovato lo stemma in un mercatino. Indulgenza dal papa per chi prega lì.

Stefano Zilia Bonamini Pepoli, discendente della famiglia che costruì la cappella a Pesaro nel 1500 ha fatto restaurare il manufatto e ritrovato lo stemma in un mercatino. Indulgenza dal papa per chi prega lì.

Nella chiesa di sant’Agostino si festeggerà, lunedì alle 16,30 la conclusione dei restauri alla cappella detta del Crocefisso, celebre per “Il Crocifisso e la Maddalena“, opera del noto plasticatore urbinate Federico Brandani (1525-1575). Si tratta in realtà di una “cappella Bonamini“. L’attuale intervento riguarda il restauro e il ripristino di un’antica lapide, abrasa dai Giacobini a fine Settecento (e poi finita altrove) e il rifacimento del pavimento, ed è opera di Stefano Zilia Bonamini Pepoli, discendente di quella famiglia, che vi ha provveduto a sue spese.

"Un legame speciale mi lega a Pesaro e in particolare a sant’Agostino. Fin da giovane ricordo una vecchissima foto del crocifisso del Brandani con, sul retro, lo scritto di mia bisnonna Caterina Bonamini sulla committenza della famiglia allo scultore urbinate". A Stefano Zilia Bonamini Pepoli si deve l’intitolazione, una dozzina d’anni fa, del giardino Domenico Bonamini a Roma, a Trastevere, proposta che anche l’Ente Olivieri allora appoggiò. Si trattava infatti del Domenico Bonamini cui Pesaro deve la famosa e vivace “Cronaca“, il quale oltre che scrittore fu accademico dell’Arcadia: il giardino si trova appunto di fronte alla villa del Bosco Parrasio, sede dell’Arcadia. Ma a Stefano Zilia Pesaro deve anche il recupero, davvero fortunoso, dello stemma rubato anni fa dal monumento funebre di Annibale Abati Olivieri a san Giacomo, e poi recuperato dal dottor Zilia – con un colpo di fortuna, e grazie a una vista attenta – nel mercato romano di Porta Portese, acquistato e restituito alla chiesa pesarese.

"Negli anni ho visitato spesso Pesaro, città cui mi sento molto legato – conferma Stefano Zilia – e anche per questo, oltreché per l’antico giuspatronato della mia famiglia su quella cappella, avevo vivo interesse a far restaurare la lapide, con il benestare della Sovrintendenza e grazie alla maestria del restauratore Romeo Bigini, che molto ringrazio". Nella cappella è già presente, restaurata con l’aiuto del Rotary di Pesaro, la lapide sepolcrale in onore di Pier Simone Bonamini (1538-1621), maggiordomo ducale sotto Francesco Maria II della Rovere, che vi fu posta dai figli Gaspare e Giovan Battista nel 1627. Oggi la cappella si orna di una nuova lapide a ricordo del recente intervento: contro la moda dei tempi, ma seguendo una plurisecolare tradizione, è scolpita in latino. Il pubblico presente e i posteri non mancheranno di apprezzarla.

"Ho ottenuto che la Santa Sede concedesse, con Benedetto XVI prima e Francesco poi, l’indulgenza plenaria a chi fa visita devota al Crocifisso nella cappella Bonamini" conclude Stefano Zilia. I giorni sono il 22 luglio, il 14 settembre e il 2 ottobre. Cose dal sapore antico, ma sempre affascinanti e vive.

r. p. u.