Santo Stefano di Gaifa, un libro per conoscere storia e presente

Gli autori hanno spiegato ad un folto pubblico l’origine del monastero e le sue peculiarità.

Santo Stefano di Gaifa, un libro  per conoscere storia e presente

Santo Stefano di Gaifa, un libro per conoscere storia e presente

La vallata di Gaifa si riprende il proprio posto al centro della storia attraverso un libro, "Gaifa. La terra di nessuno", presentato venerdì sera nella Pieve di Santo Stefano di fronte ad un folto pubblico e disponibile nelle attività commerciali di Canavaccio e nelle librerie ed edicole di Urbino. L’opera, promossa e autoedita dal Circolo culturale Pieve di Gaifa, racconta aneddoti, approfondisce eventi, fa scoprire opere e bellezze naturalistiche del territorio, scavando fino alle origini dei primi insediamenti abitativi e facendo trasparire il peso della responsabilità, avvertita dagli autori, che nulla di tutto ciò vada perduto. A curare il volume è stata Anna Fucili, che ne è anche autrice al pari di Anna Lia Ermeti, Sara Bartolucci, Leonardo Gubellini e Nicole Hofmann, mentre Arti Grafiche Stibu ha stampato le copie. Alla realizzazione ha contribuito la Bcc del Metauro (intervenuta alla serata con il presidente Bruno Fiorelli), con il patrocinio di Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado (presente con monsignor Davide Tonti), Provincia di Pesaro e Urbino, Città di Urbino, Pro Loco Canavaccio e la collaborazione di Prometeo Il Farro. Il titolo richiama l’etimo di derivazione longobarda "waifa", che significa "terreno che non appartiene ad alcuno", "terreno comune" e da cui è tratto il termina Gaifa. Esso continua a denominare la frazione Pieve di Gaifa e la chiesa di Santo Stefano, la frazione di San Bartolomeo di Gaifa e la chiesa omonima, mentre in passato identificava anche un’importate istituzione risalente all’Alto Medioevo, l’abbazia di Sant’Angelo, e un castello, distrutto. Oggi, tale territorio è distribuito tra i comuni di Urbino, Fermignano e Fossombrone, ma in questo volume ritrova un’unitarietà perduta, espressa nei secoli dal solo toponimo. Il libro raccoglie studi inediti su un ambito di quel contado che aveva rapporti importanti con Urbino: basta citare le relazioni con i Montefeltro, dal soggiorno del piccolo Federico nell’abbazia di Gaifa al suo ricorso difensivo ai castelli principali di Gaifa e Primicilio durante la riconquista di Fossombrone. La storia urbinate, perciò, passa anche per i territori limitrofi e solo apparentemente periferici.

Nicola Petricca