Urbino, inaugurato il santuario del Sacro Cuore. C'era anche il cardinale Bassetti

Fedeli da tutta Italia e anche dalla Svizzera per la consacrazione e prima messa della chiesa, i cui lavori erano cominciati nel 1998. Il presidente della Cei: "Opera voluta da Gesù"

A Urbino la consacrazione e prima messa del Santuario del Sacro Cuore di Gesù

A Urbino la consacrazione e prima messa del Santuario del Sacro Cuore di Gesù

Urbino, 4 settembre 2021 - Le campane di Ca' Staccolo hanno suonato a festa per due giorni, per salutare l'esaudirsi del desiderio di Don Elia Bellebono. Era il finire degli anni '60 quando il sacerdote, originario di Cividate al Piano, comune in provincia di Bergamo, fu portato in preghiera da alcuni amici nella chiesa di San Francesco, a Urbino. Da lì, uscì affermando che "il Sacro Cuore di Gesù aveva chiesto di costruire un santuario in città".

Ora, quella chiesa è realtà: per vederla completa sono serviti più di 50 anni, quattro arcivescovi, un lavoro immane da parte di Don Elia e della Fondazione Opera del Sacro Cuore di Gesù, che lui stesso creò per raccogliere i soldi necessari alla costruzione, e donazioni da tutta Italia perfino dalla Svizzera.

Il santuario del Sacro Cuore, questo il suo nome, era nota a tanti in molte parti del Paese già prima di essere terminato, come ha dimostrato la grande affluenza di fedeli per le due giornate di festa, che hanno accompagnato la sua consacrazione, ieri, e la prima messa, oggi. A officiarla c'era il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), che ha parlato di "opera voluta da Dio. Siamo ancora in tempo di pandemia, ma mi colpisce la presenza di tanta gente, pur nel rispetto delle regole, un segno che dobbiamo ripartire in pienezza. Ci sono voluti tanti anni per completare i lavori, però, con il generoso impegno di tutti, è successo. Questo luogo accoglierà tante persone che verranno qui per cercare il Sacro Cuore, soprattutto gli studenti dell'Università di Urbino. Dopo tanti anni, finalmente il desiderio di Don Elia si avvera. Non mi aspettavo un luogo così bello e pieno di armonia, ora preghiamo perché in questa comunità regni sempre l'amore".

In complesso, circa 1100 persone hanno partecipato ai primi giorni di vita della nuova chiesa, con fedeli arrivati anche in pullman, alcuni perfino dalla Svizzera, dove Don Elia stesso aveva più volte cercato, e poi reperito, fondi per edificarla, a cui si sono aggiunti i proventi dell'8x1000 nell'ultima fase di lavori. Non è stato un percorso facile, perché i lavori sono partiti solo nel 1998, quando il sacerdote era morto da due anni, e la ricerca stessa del denaro è stata complicata, come ha ricordato il presidente della Fondazione Opera del Sacro Cuore, Ugo Ducci: "Don Elia ha affidato totalmente i suoi 20 anni di attività alla volontà del Signore, oltre che alla cura delle anime, che gli aveva chiesto di realizzare questo santuario. Ha girato l'Italia e la Svizzera, superando impedimenti, ostracismi, derisioni e rifiuti. Merito va anche ai benefattori che hanno donato circa sette milioni di euro, alla Cei, alle maestranze, agli artisti che ci hanno lavorato e all'arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado, monsignor Giovanni Tani, senza il quale non saremmo qui - ha affermato, chiedendo un applauso per lui -. Ora l'opera è pronta ad accogliere i fedeli e il testimone che Don Elia ci ha affidato il 2 settembre di 25 anni fa è finalmente arrivato al traguardo".

Come ha spiegato lo stesso monsignor Tani, d'ora in poi la chiesa sarà celebrata ogni primo venerdì di settembre, una data per sempre "vicina all'anniversario della scomparsa di Don Elia. Ora stiamo lavorando affinché qui sia garantito non solo l'andamento di una normale chiesa, ma il nascere, con momenti dedicati, di una devozione al Sacro Cuore di Gesù, verso il quale lui ha sempre indirizzato i fedeli che ha incontrato sul proprio cammino. La troviamo come un dono e non rimarrà deserta, né inutilizzata: crescerà progressivamente, nel tempo".