Pesaro: schiaffeggiata dalle compagne di scuola

Una specie di regolamento di conti: vittima una 12enne davanti alla nuova sede della Alighieri, al mare. Arriva il padre e minaccia querele

Accerchiata e schiaffeggiata all’uscita della scuola. Una sorta di regolamento di conti tra compagne di classe. Tutte dodicenni. Ma nella gang di seisette aggressori c’erano anche dei ragazzini di un anno più grandi, fratelli o amici, chiamati per fare numero e dare una lezione alla loro preda solitaria. È successo ieri mattina, verso le 13, al suono della campanella, davanti all’istituto Dante Alighieri, nella nuova sede, temporanea, in viale Trieste, di "Pesaro studi". Tutto nascerebbe da un’antipatia reciproca tra compagne della stessa classe. Tra quella più studiosa e la sfrontata, tra la "secchiona" e la presunta "bulla". Tra i banchi non si risparmiano frecciatine, battute, che spesso tracimano nell’offesa. In classe, tutti sanno e sono spettatori di quegli scontri. Ma ieri una delle due, la presunta "bulla", ha deciso di chiamare a raccolta le amichette, tra cui quelle di altre classi e anche altri ragazzini che frequenta al di fuori della scuola. In mezzo, ci sarebbe anche il fratello della presunta bulla. Le lezioni sono finite. Gli alunni sciamano verso l’uscita.

Ma sulla strada si forma un capannello. Da una parte c’è la vittima prescelta, dall’altra il gruppo che l’ha presa di mira. La accerchia. La rivale la attacca. A parole. Le fanno eco le amiche. La preda si difende, cerca di rispondere a tono. A qualcuno non sfugge quella scena. E se ne accorge anche il gruppetto. Che aspetta. Si assicurano che compagni e genitori soprattutto, siano lontani abbastanza. Ed ecco, che quando non ci sono più occhi su di loro, parte quella mano, non si sa di chi, che colpisce la ragazza al volto. Impossibile rispondere. E scoppia in lacrime. Il gruppetto di aggressori si disperde. Poco dopo arriva il padre della ragazzina. Vede la figlia piangere e scopre quello che è successo. Il genitore corre in presidenza, vuole parlare con la preside.

È infuriato. Minaccia querele. E non è escluso che quelle intenzioni manifestate a parole si traducano in un atto da portare davanti all’autorità giudiziaria. Intanto la notizia dell’aggressione fa il giro della classe, della scuola. Molti avevano visto che c’era tensione nell’aria all’uscita, ma mai avrebbero immaginato che si potesse arrivare addirittura alla spedizione punitiva, a quel sei contro una messa con le spalle al muro, in netta minoranza, incapace di difendersi. Ieri pomeriggio, la preside Alessandra Zacco, raggiunta al telefono, ha tagliato corto "Lo sa lei, io non so niente, la ringrazio, buonasera".