Schianto col cinghiale, paura sull’Apecchiese

È accaduto all’inizio della frazione Petriccio di Acqualagna. La gente del posto lancia l’allarme. Preoccupati anche gli allevatori

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La guida prudente gli ha evitato il peggio. È successo venerdì sera verso le 23, all’inizio della frazione Petriccio di Acqualagna al Km 51 della Strada Statale Apecchiese, quando un grosso branco di cinghiali ha attraversato la strada, come fanno abitualmente in quel tratto, mentre transitava al volante della propria auto un giovane di Acqualagna Michele Orlandi, 28 anni. Il ragazzo è riuscito a fermarsi in tempo per evitare l’impatto con il grosso branco di ungulati, ma nonostante questa sua pronta reazione non è riuscito ad evitare che un cinghiale, forse l’ultimo del branco, gli andasse a sbattere contro la fiancata sinistra, lato guida dell’autovettura.

"Questa è la prova di quello si sente dire spesso- dice Bruno Capanna ex sindaco di Acqualagna e che abita vicino al luogo dell’incidente- e cioè che il cinghiale travolge chiunque si trovi nella sua traiettoria e non teme nessun ostacolo, ed è per questo che sono pericolosi". Dopo l’incidente sono intervenuti sul posto gli addetti del Cras (Centro recupero animali selvatici) della Provincia di Pesaro Urbino che oltre a caricare l’animale hanno effettuato le pratiche per la segnalazione dell’incidente all’autorità competenti. "In quel tratto di strada – aggiunge Capanna- il pericolo è reso evidente da una scarpata a picco sul tracciato stradale dove gli animali sbucano all’improvviso. In effetti su quel tratto si contano diversi "sentieri "dei cinghiali, ben visibili per gli smottamenti di terreno provocati dal loro transito che invadono la banchina e in parte la sede stradale. Questo incidente mette in evidenza la grave situazione che si sta sempre più aggravando nei nostri territori per la presenza di un eccessivo e sempre in aumento di cinghiali che provocano gravissimi danni all’agricoltura all’ambiente ed in questi ultimi anni alle strade, soprattutto quelle Comunali e Provinciali dove spesso si vedono intere scarpate danneggiate, con restringimento della carreggiata. La cosa più grave rimane il problema della pubblica incolumità per le persone che transitano in auto o in moto in quella strada come in altre simili". Sempre in tema di cinghiali anche Federico Tiberi 38 anni, titolare assieme al padre Giuseppe di una importante azienda agraria con sede a Ca’ La Lagia di Urbino e proprietaria e affittuaria anche di terreni a Fermignano, Urbania e Acqualagna per un totale di 500 ettari, tutti biologici, lancia un appello: "Molte colture non si possono più seminare perché vengono letteralmente devastate. Due esempi: favino e girasole. Ora però anche campi di grano e erba medica vengono "presi d’assalto". La pericolosità di andar a trebbiare o far qualsiasi lavorazione con il trattore dove è pieno di buche è un’altra grande criticità". "Ormai è una situazione insostenibile- conclude Tiberi- e sinceramente mi fa sorridere che c’è chi ora preme per far seminare di più vista la situazione drammatica dell’approvvigionamento di materie prime: smetteremo di seminar altroché aumentare!".

Amedeo Pisciolini