"Sciovie, cattedrali nel deserto: solo scempio e zero posti di lavoro"

L’attacco delle associazioni ambientaliste: lo sci da discesa è "uno schema ormai vecchio di quaranta anni"

Il caso deI lavori sul Monte Catria per la realizzaione delle sciovie continua a essere centrale nel dibattito ambientalista. Ecco la nota firmata da L’Alleanza delle Associazioni Ambientaliste Marchigiane, che comprende Club Alpino Italiano, Federazione Pro Natura, Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra, Lega Anti Caccia, Lega Anti Vivisezione, Legambiente, Lipu, Lupus in Fabula, Salviamo il Paesaggio, WWF Italia.

"Due filosofie – si legge nella nota – si scontrano sul futuro delle aree montane: da una parte quella rappresentata dalle associazioni ambientaliste, che hanno presentato un esposto alla Procura di Urbino su sospette irregolarità per i lavori in corso sul Monte Acuto (foto) e dall’altra quella esposta negli ultimi comunicati dal sindaco di Frontone e dal Consorzio Terre del Catria. Premesso che nessuno vuole delle “riserve indiane”, esistono profonde differenze tra chi concepisce lo sviluppo attraverso la manomissione del territorio che vorrebbe trasformare il monte Catria in un luna park e chi guarda alle tendenze dei flussi turistici interni ed europei che sono alla ricerca di paesaggi e di natura salvaguardati, di cibo sano, di attività all’aria aperta, lontane da inquinamento e rumore. La montagna non ha bisogno di infrastrutture (strade, funivie, piste sono anche troppe) ma di strutture per l’accoglienza, la vendita di prodotti locali e i servizi per il tempo libero che lascino inalterata la bellezza dei luoghi".

"Il sindaco di Frontone parla di 25.000 visitatori con un aumento del 40%. Come li ha contati! Avrà messo delle telecamere nascoste sulle vie di accesso al monte! Certo non sono state le due nuove seggiovie (ferme) e le nuove piste (inagibili) ad aver attirato nuovi frequentatori. Anzi in molti si saranno resi conto del disastro compiuto e forse non torneranno più. Lo sci da discesa sarà la cenerentola dell’offerta turistica, nonostante gli oltre 6 milioni spesi: e si tratta di fondi regionali, erogati in assenza di un benché minimo “business plan”, quindi puro assistenzialismo. In merito all’innevamento, nel 2007 uno studio dell’Ocse certificava che un comprensorio sciistico per riuscire a sopravvivere deve poter contare su almeno 100 giorni all’anno di neve naturale alta cm.30, pertanto gli impianti sull’Acuto non svolgeranno nessuna attrazione turistica. Gli impianti del comprensorio del Catria ben presto diventeranno (ma forse già lo sono) cattedrali nel deserto, senza produrre nessun posto di lavoro aggiuntivo. Chi va in mountain bike, a cavallo ecc... non ha bisogno ne’ di seggiovie ne’ di piste da sci. Invece, l’aver fatto barricate contro l’ipotesi di un Parco Nazionale è pura miopia: i parchi attraggono turisti da tutta Europa. Quindi non è con il modello di sviluppo che punta sullo sci da discesa (vecchio di 40 anni) che si creeranno nuovi posti di lavoro, ma con attività legate alla green economy, al turismo dolce e alla presenza di servizi".