Scontri dopo Vis Pesaro Ternana, foto e numeri di targa per identificare gli ultras

Le indagini sull'aggressione al poliziotto finito in ospedale, Digos di Terni e Pesaro al lavoro insieme

Scontri dopo Vis Pesaro-Ternana

Scontri dopo Vis Pesaro-Ternana

Pesaro, 3 ottobre 2018 - Filmati, numeri di targa delle auto, fotografie. E’ con questi elementi che la Digos di Pesaro e quella di Terni contano di arrivare, nome per nome, ai tifosi resisi responsabili degli scontri  con la polizia di domenica sera (VIDEO), dopo la partita della Ternana con la Vis al Benelli (FOTO). Sono le immagini e le documentazioni prese prima del match. E speriamo che bastino. Perchè a quanto risulta, filmati sia dell’aggressione a Bozzi sia di quei 10 secondi di violenza urbana in via Lanza, tra gli ultras umbri e la nostra polizia, non ci sono. L’agente che doveva farli era troppo indietro, e soprattutto i dirigenti temevano che tenere l’agente (donna) vicino agli ultras costituisse, come in realtà sarebbe successo, un rischio troppo alto per lei. Sarebbero forse serviti più uomini della polizia Scientifica con il compito di riprendere quel tipo di immagini.

Il vice questore Silio Bozzi, in ospedale dopo gli scontri di Vis Ternana

Il vice questore ferito. "Potevo morire"

Punto secondo: perché tutti i tifosi violenti della Ternana se ne sono andati tranquillamente, invece di essere fermati? Un quesito che si sono posti in tanti. Anche qui si è scelta l’ipotesi meno rischiosa. Insomma, la polizia preferisce identificare a freddo tutte le persone coinvolte, e poi prendere provvedimenti. 

Punto terzo. L’ipotesi del «fuoco amico». Cioè che qualcuno dei poliziotti o perché non conosceva Bozzi o perché involontariamente ha sbagliato, l’abbia colpito. La voce girava con insistenza da ieri, ma in base a quanto raccolto e alla dinamica con cui si sono svolti i fatti, pare da scartare. Bozzi infatti conosceva uno per uno anche gli agenti provenienti da Senigallia, e loro conoscevano lui. Del tutto improbabile che a colpirlo sia stato un collega. Anche se via Lanza è molto buia, oltre a non essere coperta dal servizio di telecamere. Ieri non a caso è stato allertato anche il Comune, per illuminarla meglio in vista di altre partite. 

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Resta il fatto che una serie di circostanze sfortunate, portano all’incidente che ha visto il dirigente della Squadra Mobile rischiare la vita. Bozzi viene colpito da dietro mentre tanta di raggiungere la prima linea del Reparto Mobile, tutto avviene in pochi secondi. Volano bottiglie, cazzotti, calci, e evidentemente anche sprangate. Il tifoso ternano cui è stata spaccato il vetro dell’auto, ha parcheggiato in via Mancini dove non avrebbe dovuto parcheggiare. La sua chiamata ai compagni di tifo scatena il resto. 

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Per Bozzi, dopo la solidarietà dei sindacati di polizia, arriva anche quella Luca Rodolfo Paolini, deputato della Lega, che dice: «Un fatto di gravità inaudita, per il contesto in cui si è verificato. In un paese civile è inammissibile che uomini delle forze dell’ordine rischino la vita e la incolumità a causa di soggetti che usano lo sport ed il tifo per sfogare pulsioni violente e, probabilmente, frustrazioni irrisolte. Questi signori vanno considerati e puniti come veri e propri criminali comuni, anche se, a ben guardare i fatti, sono forse perfino peggiori, perché mentre il ladro o il rapinatore agisce per interesse economico, questi soggetti rischiano di uccidere per nulla. Nell’augurare al dott. Bozzi una pronta guarigione, posso anticipargli che questo governo e parlamento, già con l’imminente “pacchetto sicurezza” del Ministro Salvini e con altri provvedimenti, faranno un salto di qualità nella tutela dei tutori dell’ordine e nella repressione dei delinquenti, comuni politici e sportivi».