Pesaro, scoperte archeologiche in piazza

Potrebbe trattarsi della volta del grande cunicolo che veniva usato, in caso di assedio, per raggiungere il palazzo Ducale da Rocca Costanza e viceversa

Ritrovamenti archeologici Piazza del Popolo (foto Toni)

Ritrovamenti archeologici Piazza del Popolo (foto Toni)

Pesaro, 16 settembre 2020 - Emergono da piazza del Popolo altri reperti  archeologici  della  città medievale. Perché oltre al  muro, largo  oltre mezzo  metro, emerso davanti alle Poste, stanno emergendo altri reparti  compreso un muro, di fattura più raffinata, che corre  davanti all'entrata del  palazzo Ducale. Forse si è  davanti  alla volta  del  grande cunicolo che veniva usato, in caso di assedio, per raggiungere il palazzo Ducale da Rocca Costanza e viceversa. Ma si è ancora  davanti ad ipotesi perché la Soprintendenza  vuole ore sovrapporre  le  carte antiche  per capire  esattamente a  cosa  si è  di  fronte.

Curiosità  in  città  per questi rinvenimenti  ma  anche una carta preoccupazione  perché  queste scoperte potrebbero   far  ritardare il  rifacimento   della pavimentazione della piazza. "Quando potranno iniziare i lavori di pavimentazione della piazza lo decidiamo noi", dice Raffaella Ciuccarelli ispettrice della soprintendenza Archeologica delle Marche. Ma aggiunge anche: "Comunque il nostro compito è quello di studiare e non quello di fare scavi anche perché poi bisogna anche conservare".

Comunque non è detto che nel giro di qualche giorno gli operai della ditta che ha vinto l’appalto possano procedere con la copertura di questi reperti archeologici comunque di epoca medievale. A deciderlo sarà la Soprintendenza. Anche perché lungo il tracciato che è stato fatto per depositare i cavi elettrici attorno ai quattro lampioni della piazza, sono emersi altri spezzoni del passato.. Non è da escludere che il grosso muro emerso davanti alle Poste "possa essere del vecchio municipio medievale della città". Non solo questo perché sopra il muro – accanto anche una condotta – anche un tubo in acciaio che dalla fontana portava all’hotel Zongo, primo caso di albergo della città acqua corrente come ipotizza Stroppa Nobili altro amante della Pesaro che non c’è più. Oggi pomeriggio  dopo una prima ricognizione avvenuta due mattine fa quando una benna ha fatto emergere i reperti, l’ispettrice era di nuovo in piazza per un sopralluogo «perché nel frattempo quelli della cooperativa che stanno lavorando sul sito hanno portato alla luce altre cose", dice. E poi aggiunge: "Bisogna sovrapporre le carte per capire bene a cosa ci troviamo davanti anche perché quell’angolo della piazza è stato uno dei più martoriati dal Cinquecento in poi anche perché è vicino al convento di San Domenico".

Poi emergono particolari di un lavoro di prevenzione, una indagine, che è stata fatta proprio in previsione del rifacimento della pavimentazione. Il tutto attraverso un accordo siglato tra Comune, Soprintendenza e università di Urbino. La piazza è stata passata al setaccio con il georadar "che ci ha permesso di vedere i vuoti e i pieni che ci sono nel sottosuolo. Perché non c’è solamente il periodo romano, ma anche quello tardo-antico, quindi il medievale e poi quello del rinascimento. Diciamo che abbiamo avuto dati importanti, una lettura di cosa c’è nel sottosuolo senza scavare. Però – continua Raffaella Ciuccarelli – non posso dire di più perché abbiamo intenzione di organizzare una mostra proprio su questi studi che abbiamo fatto e pensiamo che si potrà organizzare per il prossimo mese di ottobre".

Ma che città emerge da questi studi che si stanno compiendo sul sottosuolo del cuore della città? "Direi che c’erano tante domus romane anche importanti alla luce dei mosaici che sono emersi nel corso dei secoli. Alcuni sono stati anche riportati in disegni dall’Abbate Olivieri". Ma era una città ricca al tempo di Roma? "Dalle indicazioni che abbiamo possiamo certamente dire che nel corso del primo secolo imperiale era una città di alto livello. Comunque una città sempre viva e vissuta nel corso delle varie epoche". Nel sopralluogo di oggi pomeriggio  oltre agli archeologici della cooperativa, l’ispettrice della Soprintendenza Raffaella Ciuccarelli, Laura Cerri sempre dell’archeologico che assieme a Daniele Sacco dell’università di Urbino, ha svolto i rilievi con il georadar.