SOLIDEA VITALI ROSATI
Cronaca

Scuola Manzi, preside in campo: "Io dico no al trasferimento. Qui non c’è un’emergenza"

Flavio Bosio interviene dopo l’annuncio che i 200 alunni dovranno traslocare "Meglio temporeggiare uno o due anni perché si liberino spazi alla Lubich"

La sede della scuola primaria Manzi in via Confalonieri. A sinistra il preside Flavio Bosio

La sede della scuola primaria Manzi in via Confalonieri. A sinistra il preside Flavio Bosio

Dislocare i 200 alunni della scuola primaria Manzi tra via Turati, dentro l’Oratorio di San Carlo, e via Salandra, sede della segreteria dell’Istituto comprensivo Pirandello ed ex sede dell’asilo il Glicine è, per il preside della scuola, "un intervento avventato". Flavio Bosio, dirigente dell’Istituto comprensivo Olivieri di cui la Manzi è parte, ha inviato una lettera in Comune, affinché il sindaco Andrea Biancani riveda la propria decisione riguardo al trasloco degli alunni previsto già per settembre. "Sopprimere una scuola – ha messo nero su bianco Bosio – senza una reale necessità emergenziale, appare una scelta discutibile dal punto di vista, dell’equità territoriale e della razionalizzazione del servizio scolastico".

Preside, ci spieghi meglio.

"La mia proposta al sindaco è stata quella di far rimanere la scolaresca della Manzi nel plesso di via Confalonieri fino alla eventuale liberazione dei locali dell’altra primaria dell’Olivieri, la Lubich, o fino all’individuazione di una sede definitiva evitando dispersioni".

Perché?

"Il sindaco continua a dire che l’edificio di via Confalonieri è agibile. Tanto che nella visione generale non solo i nostri impiegati di segreteria continueranno a lavorarci, ma pare che per inserire due o quattro classi della Manzi in via Salandra, l’idea sia quello di trasferire in via Confalonieri anche la segreteria della Pirandello".

Quindi?

"Se la scuola è agibile non c’è una reale emergenza, quindi la riorganizzazione degli spazi scolastici può avvenire seguendo una ragionevole programmazione".

Non è ragionevole quella proposta, visto che tutto resta nel quartiere, a poca distanza dall’attuale via Confalonieri?

"No. Siamo a metà maggio. Non è ragionevole dire alle famiglie: “sposto dieci classi al San Carlo, grazie alla disponibilità della Diocesi“. I genitori delle classi prime hanno iscritto i figli pensando che avrebbero frequentato in via Confalonieri, mentre si trovano che ancora non sappiamo dove andranno".

Quale sarebbe una programmazione ragionevole?

"Intanto ho proposto di temporeggiare sul provvedimento. Anche perché trovo paradossale spostare gli alunni da un edificio oggetto di perizia tecnica nota e documentata, verso edifici dei quali non è stata fornita alcuna verifica di sicurezza sismica. Tanto che nella mia lettera ho chiesto formalmente che prima di qualunque decisione operativa, venga eseguita e condivisa una valutazione ufficiale della vulnerabilità sismica degli edifici alternativi indicati".

Ha letto le perizie sull’edificio di via Confalonieri?

"Sì. La perizia non dice che è inagibile, ma che devono essere fatti dei lavori di manutenzione straordinaria. Questi sono stati fatti a dicembre".

Si è proceduto alla messa in sicurezza con la cerchiatura dei pilastri?

"No, quella no. La perizia indicava due interventi da fare, tra cui la cosiddetta cerchiatura, ma per farla l’amministrazione ha detto di dover trovare finanziamenti importanti. I lavori ultimati a dicembre invece sono stati quelli di impermeabilizzazione del tetto per evitare che si creasse un peso eccessivo sulla struttura".

Quale è stata la sua proposta?

"Temporeggiare sul trasferimento quel tanto che basta, penso ad uno o due anni, perché si liberino spazi alla Lubich, oggi strapiena di bambini. Sulla denatalità l’amministrazione ha fatto uno studio ottimo, ma la contrazione degli iscritti avverrà gradualmente. Avere più tempo ci permetterà di programmare le classi nei plessi e di comunicare alle famiglie con chiarezza. Penso che il Comune per adeguare via Salandra dovrà fare dei lavori: dando un tempo maggiore, i tecnici potrebbero in effetti recuperare a pieno uno stabile che è stato una scuola e non va ripensato".

Solidea Vitali Rosati