"Se distruggiamo i boschi poi arrivano le alluvioni"

Le associazioni ambientaliste denunciano l’attacco alle montag e la cementificazione. "Nei programmi elettorali zero sul cambio climatico"

Migration

Il diluvio che ha devastato Cantiano e fatto danni ingenti anche in altri centri come Pergola, Frontone e Serra S.Abbandio giovedì scorso, sollecita una serie di interventi sul fronte ambientalista e su quelle della valutazioni geologiche.

Iniziamo da un intervento delll’Alleanza delle associazioi ambientaliste marchigiane, che scrivono: "Da anni – scrive la nota comune delle associazioni – si è denunciato il rischio che la produzione di C02 derivante dalle attività umane potesse provocare un innalzamento della temperatura e con esso l’avvio di una stagione di cambiamenti climatici. L’affrontare i cambiamenti del clima richiede un impegno internazionale, vedi gli accordi di Kioto e successivi che, però, si sostanziano in tante azioni coerenti a livello locale, nel Paese, nelle nostre Regioni, Provincie e Comuni. Possiamo dire che tale impegno è riconoscibile anche nelle scelte degli amministratori del nostro territorio? Ad esempio è corretto non porsi il problema di limitare l’inquinamento da C02 nelle nostre città e nei nostri porti nonostante la pubblicazione di rapporti scientifici che dimostrano l’incidenza di decessi (+110 l’anno nel centro di Ancona)? E’ corretto progettare e realizzare la distruzione dei boschi (che riducono la C02) sulle nostre montagne per l’interesse economico di pochi (Monte Catria, Sarnano, Montefortino)? E’ corretto realizzare nuovi parcheggi nelle nostre città e non potenziare l’uso del mezzo pubblico? E’ corretto continuare a cementificare il territorio ignorando la proposta di legge regionale di iniziativa popolare firmata da oltre 8.000 cittadini marchigiani per una nuova norma per il consumo zero di territorio?"

"È ammissibile – continuano gli ambientalisti – non dare piena e rapida attuazione ai piani di bacino, realizzando prioritariamente i bacini di laminazione per mitigare gli effetti delle piogge torrenziali che subiranno ancora i nostri fragili territori fluviali? Le cause puntuali che hanno determinato questa tragedia dovranno essere analizzate con attenzione e il territorio dovrà essere monitorato e manutenuto in modo sistematico, area per area, corso d’acqua per corso d’acqua".

"La politica anche in questi giorni dimostra ad ogni livello di non essere sensibile a questi problemi salvo piangere lacrime di coccodrillo dopo. Nei programmi elettorali dei principali contendenti non vi è quasi nulla sul cambiamento climatico, se non generiche promesse. Paghiamo anni di fonti fossili, compreso il gas. Poi c’è qualche spiritoso che accusa gli ambientalisti di ritardare il progresso quando le responsabilità sono a carico di chi amministra e chiude gli occhi!"

Scrive poi il geologo Endro Martini, responsabile Contratti di Fiume: "A quasi 48 ore dal disastro in questo momento, qui a Cagli, sotto la pioggia, si sta facendo la conta dei danni che ha fatto il Burano. Siamo a circa 10 chilometri da Cantiano dove stanno ancora peggio per la vastità della zona alluvionata. Purtroppo ancora una volta si arriva sempre dopo e con la massima tempestività, costretti a lavorare anche di notte per rimediare perché qualcosa prima, la prevnzione cioè, che eviterebbe i danni e anche i morti, non si è riusciti a farla. Sono anni che ne parliamo noi geologi, il prof De Marchi aveva scritto “ Difesa dalle acque e difesa delle acque“ nel Bacino idrografico, poi la legge 183 sulla difesa del suolo nl 1989, poi i Piani di Assetto idrogeologico nel 200 e ora a dicembre 2021 i Piani di distretto approvati. Ma sul territorio si soffre si contano i danni e si muore".