"Se il cane abbaia troppo, la legge tutela il vicino"

Dopo le lamentele dei residenti di una via della città, interviene l’avvocato Cagli: " Un’ordinanza della Corte di Cassazione apre a nuove possibilità"

"Non è vero che ‘con le leggi attuali non c’è soluzione’. E’ di pochi giorni fa un’ordinanza della Corte di Cassazione che apre a nuove possibilità di vedere tutelato il proprio diritto alla salute". Interviene così l’avvocato Enrico Cagli dopo aver letto l’articolo di ieri del Carlino in cui un fanese denunciava il malessere che patisce da anni assieme a tutti gli altri residenti della sua via, in cui un vicino di casa alleva cani che emettono "tutti i giorni a tutte le ore latrati assordanti e persistenti".

Con spirito rassegnato, il fanese Antonio Colucci se l’era presa più che con il vicino allevatore di cani, con l’ex consigliere regionale Federico Talè, primo firmatario di una legge che consente a chiunque di allevare fino a 5 fattrici e 30 cuccioli in pieno centro abitato. "E’ stata depositata il 27 luglio scorso - spiega l’avvocato Cagli - la recente ordinanza della Corte di Cassazione nella quale viene riaffermato che il vicino di casa ha diritto di ottenere un risarcimento del danno, se il cane abbaia troppo spesso ed emette ululati e guariti persistenti. La recente pronuncia della Suprema Corte ha infatti condannato un condominio a risarcire del danno alla salute, un vicino disturbato: questo aveva perso il lavoro perché non riusciva a dormire a causa dell’abbaiare dei cani". Per l’avvocato cassazionista "in realtà le decisioni della cassazione ha soltanto confermato un orientamento ampiamente consolidato ovvero che l’abbaiare dei cani, se è prolungato ed eccessivo, può essere fonte di disturbo per i vicini rappresentando anche un illecito. L’articolo 2052 del codice civile stabilisce che il proprietario di un animale o che se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso. è responsabile dei danni cagionati dall’animale sia che fosse sotto custodia, sia che fosse smarrito o fuggito. Salvo che provi il caso fortuito. C’è poi l’articolo 659 del Codice Penale che punisce con l’arresto fino a 3 mesi o con un’ammenda, chi disturba (anche non impedendo gli strepiti di animali) il riposo e le occupazioni di altri".

ti.pe.