Se il certificato fa rima con disdetta Il ’super’ è il terrore dei ristoratori

Tanti titolari molto preoccupati dei grossi cali della clientela. Bezziccheri, dell’Osteria ’da Pasqualon’: "Appena sentono la parola si allontanano". Pierotti: "C’è paura, ci sono saltati matrimoni e cene aziendali"

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Il Super Green Pass che entra in vigore da oggi fa tremare non poco ristoratori e affini. La domanda di base che si pongono i vari titolari infatti è: quanti clienti perderemo con questa nuova certificazione verde? Può essere un deterrente a cenare fuori? Se fino a qualche giorno fa bastava solo un tampone, come si farà ora? Si è già visto come molti, per evitare di perdere il lavoro o di rimanere a casa, si siano precipitati agli hub vaccinali, ma varrà lo stesso per chi decide di concedersi una cena o un pranzo fuori?

"La situazione è grave – dice Fabrizio Bezzicheri, dell’Osteria Pasqualon –. Il lavoro è calato, in mezzo alla settimana non c’è clientela. Per noi, però, i costi aumentano e così non va affatto bene. Fino a due anni fa non sapevamo dove mettere i clienti, ora invece hanno paura e iniziano a disdire non appena sentono le parole Green e Pass".

Anche Giovanni Pierotti, della Volta della Ginevra, si dice molto preoccupato: "Abbiamo già visto che la gente è più timorosa, non è felice. Se qualcuno non è vaccinato ora non potrà più accedere all’interno del ristorante. Abbiamo avuto molte disdette, anche di cene aziendali o matrimoni, a causa di questo fatto. Un altro dei problemi è che non abbiamo nemmeno avuto aiuti per sopperire alla mancanza di clientela e, conseguentemente, di guadagni". Una paura non infondata all’interno della ristorazione cittadina, se si pensa anche al fatto che altri ristoratori cercano di eludere questo controllo: "Molti fanno come gli pare e così non va bene – dice Sauro Lani, del ristorante Cigno Bianco –. Cercano con trucchetti ed escamotages di non controllare i Green Pass per avere più clienti. Questa cosa è vergognosa, perché così facendo loro ci guadagnano di più in ’simpatia’ rispetto a noi seri. Noi abbiamo assunto una nuova persona preposta all’accertamento della certificazione, ma rimaniamo comunque ristoratori, non controllori e sapere che c’è gente che non se ne preoccupa nemmeno fa molta rabbia a tutti".

Certo è che lavorare nella ristorazione in questo periodo non è semplice e di certo le ’faide’ tra imprenditori in questo momento non aiutano: "Purtroppo penso che non sarà un Natale bello, le prenotazioni vanno a rilento e ancora permane l’asporto – dice Antonella Ceccorulli, del ristorante Gazebo –. La nota ottimistica di tutta questa situazione è che comunque i clienti sono contenti del fatto che chiediamo sempre il Green Pass (da oggi servirà quello super, ndr). Si sentono più tranquilli e sicuri e vengono a mangiare più volentieri. Molte volte ci ringraziano anche, sono piccole soddisfazioni".

Alessio Zaffini