
Luca Guerrieri, ogni anno il clima è diverso, come sta reagendo la vite a questo sconvolgimento ormonale?
"La vite ha una grande capacità di cambiamento. Negli ultimi tre anni abbiamo avuto poche precipitazioni. La vite si è modellata, si è adattata ed è riuscita, sviluppando un apparato radicale, a fare economia sull’acqua dandoci uve splendide. Il problema è quando abbiamo un anno imprevedibile"
Che anno è questo?
"Diverso dagli ultimi: è tornata la quantità di acqua che era presente sette oppure otto anni fa. A giugno era già piovuta la stessa quantità di acqua di tutto il 2022"
Come ha reagito la vite?
"Con problematiche che hanno creato in qualche caso molti problemi ai viticoltori. Questa quantità di acqua ha sviluppato una delle malattie più terribili, la peronospora: ovvero funghi che portano a un calo di produzione, specie nel sud dell’Italia, elevatissimo. La vite non era più abituata a questa quantità di acqua"
Da voi com’è andata?
"Abbiamo iniziato una delle più belle vendemmie degli ultimi anni, in quantità e qualità. Le quantità sono giuste e la qualità è altissima. Questo ad oggi. Abbiamo già raccolto tutte le basi spumante e tutte le uve aromatiche bianche perché erano già mature. Le previsioni che ad oggi, toccando ferro, annunciano giornate meravigliose ci incoraggiano: questo è il vero settembre, con forte luminosità, notte fresca e ventilata e giorno caldo. Se nei prossimi quindici giorni avremo ancora questo clima, potremo parlare di una annata molto interessante"
Quanto la tecnologia può aiutarvi a fronteggiare il clima pazzo?
"Moltissimo. E’ difficile produrre buono vini senza avere conoscenza e conduzione del vigneto. Oggi le nuove tecnologie dell’agricoltura 4.0, l’insieme degli strumenti e delle strategie che ci permettono di avere una conoscenza approfondita del vigneto affiancate all’esperienza che i nostri padri ci hanno trasmesso, permettono di potere condurre il vigneto a standard qualitativi molto elevati. Mi riferisco a sensori, droni, analisi specifiche. Ormai la terra va analizzata e controllata con la tecnologia al servizio dei vecchi saperi. Le Marche sono la regione più collinare d’Italia, con versanti, venti, calore e terreni diversi uno dall’altro: arenaria, argilla, tufo. L’agricoltore che valorizza il concetto di zona, di microzona climatica, ottiene risultati di anno in anno diversi da ogni singoli terreno"
Un esempio?
"Quest’anno i terreni più aridi produrranno meglio, l’anno scorso invece hanno prodotto meglio i terreni freschi. Altre regioni non hanno questa diversità morfologica che fa delle Marche una grande regione del vino"
Una delle regole per vincere la battaglia con il clima?
"La vite del nostro territorio è composta da due piante una innestata sull’altra: il piede della vigna è un portainnesto che ha origine da tipi non europei, sui quali va innestato il vitigno autoctono, sia esso clone di Sangiovese o Bianchello. Bisogna avere una attenzione alta sulla scelta della vite portante: è così che si inizia a combattere la siccità e si aiuta lo sviluppo radicale della vite"
d.e.