E’ accusato di sequestro di persona e maltrattamenti, fisici e verbali, che si sarebbero protratti per ben otto anni: dal 2013 al maggio del 2020. L’uomo, un 32enne nato a Fano, è stato portato in giudizio dall’ex moglie, una 26enne di origine macedone, con il quale ha avuto una figlia di 9 anni. La donna dice di essere stata segregata in casa dopo la nascita della figlia nel 2013, senza possibilità alcuna di uscire o di avere contatti con persone diverse dal nucleo famigliare dell’ex marito fino a tre anni fa.
Anche la madre e il fratello dell’uomo (che dovranno rispondere di concorso di reato), stando al racconto della 26enne, avrebbero vessato la donna insultandola in modo continuativo: "Vattene pu… Sei una schiava, buttati dalla finestra" dicevano a lei e alla sorella 31enne della vittima, che dipendevano economicamente dalla famiglia dell’uomo.
Nel 2020 la donna decide di tornare in Macedonia – mentre ora risulta essere residente a Merano, in provincia di Bolzano - senza la figlia, per via della presunta condotta violenta dell’uomo e della famiglia dell’ex marito, fino poi a non sentirla più e accusando l’uomo stesso di occultare i regali e le lettere che la donna inviava alla bambina per mostrarle vicinanza, seppur da lontano. La figlia, attualmente, è in affidamento esclusivo con il padre. La querela della macedone arriva dopo la richiesta di separazione ottenuta dal marito e dopo una denuncia, presentata sempre dallo stesso, per abbandono della famiglie e dunque della bambina. Ieri in udienza al tribunale di Pesaro è stata scelta la strada del rito abbreviato. L’udienza è stata aggiornato.
g.m