"Servirebbero i cantonieri per i sampietrini del centro"

L'articolo esplora il ruolo storico dei cantonieri romani e la necessità di riportarli in città per mantenere le strade in buone condizioni.

"Servirebbero i cantonieri per i sampietrini del centro"

"Servirebbero i cantonieri per i sampietrini del centro"

Caro Pecos Bill, gentile lettore e avvocato, i cantonieri sono stati una delle grandi invenzioni dei romani e della nostra civiltà. Le loro strade ancora funzionano, i cantonieri portavano sicurezza, presenza fisica, territori vissuti, terra coltivata con orti e campicelli. Erano una invenzione tipicamente "non urbana", da entroterra, da posti presidiati proprio dalla loro presenza. In sostanza dove oggi non vorrebbe stare manco un cane. Ed ecco allora che anche il cantoniere scende in città, come Santa Klaus della canzone. A fare che? Sempre ammesso che sappia farlo. A sistemare i sampietrini che fanno schifo, i selciati con le buche, i marciapiedi su cui fioriscono sambuchi e grugni, come è giusto che sia in una città di cui a nessuno frega più niente se non sia a portata della mano. Per esempio, caro Pecos Bill, avrei un piccolo "compitino" come esame d’ammissione per i nuovi cantonieri della città: la piccola, corta, ma significativa via Massimo D’azeglio, cinquanta metri ma con almeno quattro targhe. Imboccatela da via Buozzi e i nostri cantonieri- selcini-operai avrebbero il campionario di quanto fare lì e in altre decine di vie cittadine, centrali o meno. Non voglio rovinarle la sorpresa: ci vada e vedrà che è strada da centro storico, ma non si sa di che epoca.