FRANCESCO PIERUCCI
Cronaca

Il sesso irrompe alla Festa dell’Unità di Pesaro: “Lo scandalo è l’assenza di diritti”

I Giovani democratici hanno proposto un dibattito sulle nuove frontiere, soprattutto digitali, dei ’sex workers’. Tra gli ospiti Giulia Leopardi, creator di OnlyFans: “E’ bene spiegare, ma chiamando le cose col proprio nome”

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Federica Oneda, Chiara Croce (segretaria Gd Marche), Elena Accossato (Gd Piemonte), e la onlyfanser Giulia Leopardi

Pesaro, 3 settembre 2024 – Nell’estate di ‘Sesso e samba’ a Pesaro irrompe ‘sesso e politica’. Il ritmo non è latinoamericano, ma quello della festa regionale dell’Unità e, no, non si tratta di uno scandalo. Né tanto meno di un’inchiesta ma di uno dei momenti più seguiti dell’evento al Campo di Marte in Baia Flaminia.

Il giorno dopo l’incontro Ricci - Renzi che ha richiamato i giornali nazionali in città, il dibattito si è spostato su chi lavora nel sesso e su come la politica debba (e soprattutto possa) regolamentare il settore.

I sex worker oggi si muovono molto su OnlyFans, il sito di abbonamento streaming dove ‘godere’ di foto e video che i creator confezionano per i fedeli utenti. Meno dozzinale di un porno, più etereo di una prestazione sessuale a pagamento.

Insomma, anche il sesso è digitale e secondo uno studio preliminare della Società italiana di Andrologia per 1 giovane under 35 su 3 il sesso sarebbe solo virtuale. Il dibattito ha portato un contatto con la realtà anche nella fascia più conservatrice dem mentre, dall’altra parte, c’è chi solleva il punto sul lavoro e dice che questo è solo un modo per distogliere l’attenzione dal vero problema: il lavoro che manca e i giovani che galleggiano nella precarietà.

A organizzare l’incontro i Giovani democratici: “Per noi è stato in realtà tutto molto normale: alcuni iscritti hanno avuto l’idea di invitare un’onlyfanser. Abbiamo trovato grande disponibilità da parte delle invitate. Va detto anche che non c’è stato alcun vincolo da parte del Pd locale. L’importante era far capire il messaggio, ovvero che, al netto del tema, bisogna occuparsi dei nuovi lavori, per regolamentarli e per tutelare chi li svolge”, dicono i Giovani democratici.

Le reazioni? “Ho percepito un pubblico attento e interessato - racconta Giulia Leopardi, creator di OnlyFans -. A me piace scandalizzare, e la prima impressione è diversa tra persone. Ho subìto discriminazioni in passato ma mi trovo bene nel mio ambiente, vivo a Bologna. Ci sono generazioni che non riescono a capire la piattaforma quindi è importante spiegare bene”.

Quanto guadagna un creator? Non c’è una risposta chiara, anche perché è variabile. Parlando con alcuni di loro, con un piccolo pubblico fidelizzato fatturano, mediamente, dai 2mila euro al mese a salire. “Io ho una partita iva per fare contenuti su OnlyFans, ma si chiama ‘altre arti e letterature’ che è diverso daquello che faccio io - dice, ridendo, Leopardi -. Oggettivamente dovremmo dare un nome reale alle cose. Attualmente la mattina lavoro in biblioteca, studio economia e poi nel pomeriggio creo dai 3 ai 5 video da mandare ai clienti”, conclude.

“È stato un dibattito rivoluzionario rispetto ai tempi che viviamo – ci dice Federica Oneda, associazione Certi diritti e Radicali italiani –. Non si sente quasi mai parlare di lavoro sessuale, è una delle prime volte che chi fa il sex worker è al centro del dibattito. C’è ancora molto da fare, lo scorso anno ci siamo occupati di riscrivere una proposta di legge per riformare quella che attualmente regolamenta il lavoro sessuale. Questa vuole riconoscere e decriminalizzare il lavoro sessuale: abbiamo preso esempio da Belgio, Olanda e Nuova Zelanda, che sono molto più tutelanti nei confronti di chi esercita. Parlare di sesso in Italia tira in ballo sempre la moralità, è un tabù perché lo si guarda non come tematica sociale e politica ma solo privata, però non è così. OnlyFans è stata rivoluzionaria, come piattaforma, perché ha fatto capire ai cittadini che il potere all’interno della dinamica può essere di chi esercita e non del cliente. Ciò dovrebbe essere esteso anche a chi continua a lavorare su strada, ridando il potere di decidere dei propri corpi e fornendo gli strumenti giuridici, politici e sociali per rivendicare il loro lavoro e la loro identità. Questa è una prospettiva di diritti verso cui dobbiamo andare. Le più grandi rivoluzioni che abbiamo avuto nel nostro paese ruotano attorno ai diritti sessuali e riproduttivi, ecco perché il sesso è politica”, conclude Oneda.

Ad appoggiare questa iniziativa la consigliera regionale Pd Micaela Vitri: “È stata una ventata di emancipazione. Grazie per aver affrontato un tema scomodo in maniera trasparente, aiutando a infrangere dei tabù. i Giovani democratici del Marche sono una forza in crescita che a apre sempre nuove strade”.