CronacaPesaro, sesso al parco col ragazzino: arrestato

Pesaro, sesso al parco col ragazzino: arrestato

È successo a novembre, ieri il minorenne è stato sentito dal giudice e ha confermato le accuse: "Ha provato anche a fuggire"

Polizia dI Stato Squadra Volante in divisa invernale

Polizia dI Stato Squadra Volante in divisa invernale

Pesaro, 8 dicembre 2021 - Sessantenne pesarese accusato di violenza sessuale aggravata su un 16enne, al Parco Miralfiore. Il fatto risale a un mese fa, al 4 novembre, ma è emerso solo adesso. E da quel giorno, l’anziano si trova rinchiuso in carcere a Villa Fastiggi. Ieri il ragazzino è stato ascoltato in incidente probatorio, nell’aula protetta per i minori, dal gip Giacomo Gasparini e ha confermato quello che aveva già denunciato alla Polizia. Ma a confermare il fatto è stato anche lo stesso indagato, il quale ha ammesso di aver compiuto quegli atti sessuali sul 16enne ma perché pensava che fosse maggiorenne e consenziente.

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Secondo la denuncia, tutto è successo nel tardo pomeriggio, verso le 18.30, del 4 novembre scorso. A quell’ora il Parco Miralfiore era già immerso nel buio, rischiarato solo dalle luci fioche dei lampioni. Il 16enne aveva deciso di farsi una passeggiata nel parco da solo. E si è imbattuto nel 60enne. Il ragazzino lo ha salutato e l’uomo ha risposto. Ma, dopo il "ciao", ha anche aggiunto una frase molto esplicita, quasi come una sorta di parola d’ordine per capire con chi avesse a che fare a seconda della risposta: un’allusione sessuale alla quale il giovane ha replicato prontamente: "Ma io non sono gay".

Poi è andato a sedersi sulla panchina accanto al 60enne. Il quale, come ha ammesso, sentendo quel corpo così vicino al suo, ha creduto di poter osare un approccio. Così gli ha sbottonato i pantaloni e ha cominciato a toccarlo. Ma il 16enne si è subito ritratto e si è alzato di scatto dicendo che stava passando una macchina. Un secondo dopo era già al telefono per chiedere l’intervento della Polizia. La pattuglia è arrivata al Parco in un attimo.

Il giovane ha detto ieri che l’uomo, alla vista degli agenti, avrebbe provato a darsi alla fuga. Una versione negata dal 60enne che invece sostiene di essere andato spontaneamente e subito dalla Polizia, cercando di spiegare le sue ragioni e l’equivoco in cui ha detto di essere incorso.

"Avevo un po’ bevuto, mi sono lasciato andare perché pensavo che fosse maggiorenne e consenziente. Mi si è seduto accanto, la sua coscia contro la mia, ho sentito che era disponibile, e così ci ho provato. Ma mai avrei pensato che fosse minorenne". Per l’uomo, incensurato, sono scattate le manette con l’accusa do violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima. All’interrogatorio di garanzia (difeso dall’avvocato Michele Mariella) ha ribadito la sua versione e l’errore in cui è caduto. Ma non è bastato per salvarlo dalla misura della custodia cautelare in carcere dove si trova dal 4 novembre. Dopo la convalida, il suo difensore aveva chiesto gli arresti domiciliari, mentre la procura aveva insistito sulla reclusione. E il giudice ha accolto la richiesta e lo ha tenuto in cella dove resterà ancora in attesa della fine delle indagini. E del processo.