Si ride e si gioca, per dare un calcio alla guerra

Alla Baia l’iniziativa benefica per donare il materiale scolastico ai profughi ucraini. Tra i giocatori, anche Beppe Signori

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di Teobaldo Bianchini

Come si fa a dare "Un calcio alla guerra"? Ci ha provato il Comune di Pesaro in occasione del CarterRaduno, con una partita portata tra i campi di calcio a 5 di Baia Flaminia in viale Varsavia, accompagnata dal calcio d’inizio di Beppe Signori, vicecampione del mondo con la nazionale italiana (1994) e bandiera di Bologna, Lazio e Foggia. Arbitro, l’assessore Mila Della Dora, e tutto per raccogliere fondi da destinare all’Orchestra Olimpia, incaricata poi di comperare materiale scolastico per i profughi ucraini per il prossimo anno.

Una partita che ha visto l’adesione di 32 persone, tra amministratori locali (sindaco e assessori), associazioni (Vis Pesaro maschile e femminile, Gentleman football club, Pesaro Rugby), pesaresi e stranieri.

Una partita fatta di risate e di "regole senza regole" dove l’arbitro poteva fischiare calci di rigore anche senza fallo, decidendo da dove farli battere e quanti portieri schierare. E che la partita fosse "senza regole" lo si poteva intuire sin dal calcio d’inizio. Iniziata come uno contro uno ha visto man mano aumentare i calciatori in campo di uno in uno (per squadra) a discrezione dei commentatori, per poi, una volta arrivati in 5 vs 5 in campo, ridurli nuovamente al numero iniziale.

"Un bel modo di distrarsi e allo stesso tempo affrontare un tema così importante, un’occasione per segnare un goal contro la guerra attraverso lo sport – commenta Beppe Signori che di goal tra i professionisti ne ha segnati quasi 300 - Non sarà questa partita a fermare la guerra o a muovere qualcosa nella politica ma è importante comunque per mandare un messaggio, io mi ritengo un privilegiato per l’occasione che la vita mi ha dato per cui essere qui lo ritengo il minimo che possa fare".

Una partita che ha visto i gialli in vantaggio sui blu per 14 a 13 ma, dopo il fischio finale, don Giulio, che ha commentato la partita ha ribaltato il risultato: "La Santa Sede mi ha detto che è finita 14 pari" e quindi il cartellone cambia il risultato, assegnando un gol a tempo scaduto ai blu, nel segno della pace.

"Una partita divertente che manda un bellissimo messaggio di solidarietà e uguaglianza, soprattutto visto il mix tra uomini, donne e stranieri", commenta Angelo Mangullo, uno degli spettatori.

"È importante che ci siano iniziative di questo tipo per non distogliere mai l’attenzione da un tema come questo, però non bisogna dimenticarsi nemmeno di tutte le altre guerre che, essendo geograficamente più lontane, fanno meno rumore", aggiunge Simonetta Zago, anche lei al campetto per assistere alla partita.

"Un’iniziativa che ha dimostrato come il gioco ridia quel senso di comunità che la guerra nega e che noi dobbiamo ritrovare e far ritrovare", conclude il commentatore Filippo Solibello.