Siamo assediati da miopi visioni di parte

Mario Draghi, capo del Governo, nel recente discorso tenuto alla Camera fra l’altro ha detto che "miopi visioni di parte peseranno direttamente sulle nostre vite". Tale sospetto o timore, cioè che gli italiani possano avere "miopi visioni di parte", non è fuori luogo. Tutta la storia del nostro popolo è infatti piena di conflitti, fazioni, lotte e discordie persino tra gli abitanti di una stessa città: per secoli, i nostri antenati furono divisi tra i sostenitori dei Goti e i seguaci dei Bizantini; tra i fautori del papato e i fedeli dell’impero; tra quegli italiani che vollero la penisola unita e quelli che sarebbero volentieri rimasti negli Stati preunitari.

Sorvoliamo sulla storia degli ultimi cento anni. Ma a molti piace pensare che tali divisioni non abbiano lasciato alcuna traccia nel nostro popolo e che esse non annullino la coesione – come si dice oggi - degli italiani. Certe persone credono poi che siano poco rilevanti i contrasti che sorgono fra le Province, come talvolta essi accadono fra la Provincia di Ancona e quella di Pesaro e Urbino. Nelle pagine (spesso dimenticate o trascurate) di alcuni scrittori italiani si leggono aspre accuse contro certi nostri difetti come: badare soltanto al proprio tornaconto; scarso senso dello Stato; poca serietà. Riconoscere gli aspetti negativi del nostro costume non è dunque frutto di pregiudizi, bensì una specie di esame di coscienza che ognuno dovrebbe fare. Ma ciò richiede quella disposizione alla critica che è sempre più rara, mentre si preferisce credere che noi italiani siamo dotati di pregi che in realtà non abbiamo.

Tuttavia non si deve perdere fiducia nelle buone qualità del nostro popolo, giacché conviene sperare che gli italiani – in generale – non abbiano "miopi visioni di parte". A scanso di equivoci: la speranza non è certezza!

Vittorio Ciarrocchi