Silvana Ratti, tra lusso e influencer. "Marinella? Mi ha rapito"

La regina delle boutique più glamour a ruota libera, tra spettacolo, moda e le celebri cravatte napoletane. "Chiara Ferragni? La sento". Banca d’Italia? "Facciamoci un albergo"

Silvana Ratti con la figlia Matilde

Silvana Ratti con la figlia Matilde

Pesaro, 16 novembre 2019 - «Ho ceduto ai corteggiamenti di Silvana Ratti perché noi fondamentalmente puntiamo sui nostri negozi storici di Napoli, ma per lei ho fatto una eccezione», dice Maurizio Marinella, la risposta italiana alle cravatte di Hermes, uno dei simboli napoletani da oltre 100 anni dello stile e lo chic partenopeo. Ha ceduto Marinella, e oggi in via Rossini ci sarà questo marchio che entra a far parte dei brand della nota maison cittadina. Un impero del lusso, perché Ratti ha 90 dipendenti e fattura come un medio mobilificio. Invitati un po’ da tutte le parti d’Italia perché «ho clienti non solo nelle Marche, ma ne arrivano anche da Roma, Bologna e tanti anche dalla Puglia, specialmente da Bari», dice Silvana Ratti. Che continua: «Perché Marinella? Perché mi ha sempre affascinato una storia che mi piaceva come quella di fare cravatte su misura, tanto che oggi Marinella arriverà con al seguito le sue sarte perché è anche un oggetto che si può personalizzare».  

Come va il lusso? «E’ un settore sempre più difficile e bisogna essere velocissimi a capire l’evoluzione dei gusti. Una volta si andava a Parigi per le sfilate due volte l’anno, adesso dieci».  

E i pesaresi? «C’è un ricambio. Diciamo che a quella che era la vecchia clientela, oggi si sta affiancando una generazione di 30-40enni che sono i nuovi professionisti ed anche i nuovi imprenditori».  

E l’eleganza delle nuove generazioni com’è? «Adesso c’è un vestire a 360 gradi, capi importanti da portare ed abbinare anche a cose meno costose».  

Lei fattura come un... mobilificio, tanto per farsi capire: tutto e solo all’interno della boutique di via Rossini? «No. Premesso che abbiamo anche un altro negozio nel cuore di Bologna, adesso è diventato vitale anche l’e-commerce, che sta diventando sempre molto più importante. Non se ne può fare ormai più a meno».  

Ratti come si relaziona con le ormai modaiole influencer? «Ogni tanto mi sento telefonicamente con Chiara Ferragni ma devo dire che da me è venuta la sorella Valentina, anche lei influencer. Importanti? Oggi direi di sì, fra qualche tempo non so. Comunque vedo tutti i giorni che il marchio e la storia di un brand restano fondamentali».  

Sua l’unica offerta fatta per la confinante Banca d’italia? «Girava questa voce in città perché sono andata come mia figlia Matilde a vedere la struttura un paio di volte. Salone imponente per presentazioni ed eventi, ma forse è meglio farci un albergo oppure un condominio di lusso. Comunque io mi sono ritirata dall’asta di Banca d’italia».  

E la città e il Rof? «Mi sembra che il sindaco Ricci abbia operato bene in questo senso. Pesaro è diventata più vivace e accogliente anche se qualcuno si lamenta delle salsicce in piazza. Poi c’è una cosa importante da dire...».  

E sarebbe? «Stanno finalmente lavorando al vecchio palas, struttura che una volta terminata farà rifiorire tutte le attività del centro storico».  

Pensa al Rof? «Anche e soprattutto. Persone che finiti lo spettacolo torneranno a vivere e passeggiare per il centro, a mangiare nei ristoranti, a guardare le vetrine dei negozi».  

A proposito di Rof in molti sostengono che il target degli appassionati si sia abbassato. E’ vero? «Assolutamente no, cosa questa che non ho riscontrato. E comunque questa città deve capire che valorizzare le cose belle che abbiamo, fa bene a tutti». Ratti: c’è un oggi, un domani ma anche un dopodomani perché sono in corso i preparativi dell’evento... clou e cioè lo sposalizio di Matilde Ratti con Alberto Curandi. S’annunciano fuochi d’artificio con ospiti anche da Parigi. Ma nessuno ne vuol parlare. Forse per paura dell’assalto dei questuanti dell’invito. Forse, chissà...  

m.g.