Soldatessa ferita al Poligono, processo al via

Nel 2018 durante una esercitazione a Carpegna, l’allora 27enne era di servizio con l’ambulanza quando venne colpita al volto

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Si è aperto ieri al tribunale di Urbino il processo per un colpo di mortaio sbagliato che martedì 12 giugno 2018, causò il grave ferimento al viso di una soldatessa impegnata al poligono di Carpegna. Il caporal maggiore Vanessa Malerbi, oggi 30enne, di Lucca, venne colpita dalle schegge di un proiettile di mortaio caduto fuori traiettoria durante un’esercitazione della Folgore. Sette sono i militari imputati: oltre a coloro che mirarono e spararono male il colpo, figurano il colonnello Giuseppe Scuderi, che comandava il 187° reggimento paracadutisti della Folgore all’epoca dei fatti, il capitano Gianluca Simonelli che era al comando di una compagnia del reggimento oltre ai graduati e soldati Michele Colizzi, Alessandro Vecchi, Fabio Filippone, Claudio Marchesi e Alessio Prisco. Per tutti, a vario titolo, l’accusa è di lesioni personali colpose gravissime, in violazione delle norme per la prevenzione di infortuni sul lavoro, con concorso di cause.

In seguito all’incidente, la soldatessa Vanessa Malerbi ha perso vista e udito dal lato destro e ha difficoltà di masticazione. L’udienza di ieri mattina è servita per la costituzione delle parti e la produzione dei relativi documenti in vista del 9 settembre, quando il giudice, la dottoressa Francesca D’Orazio, ascolterà i primi cinque testimoni, tra cui il consulente tecnico chiamato a ricostruire la dinamica dell’accaduto. Oltre alla soldatessa ferita, si sono costituite parte civile anche sua sorella e sue madre. La difesa ha chiesto al giudice di respingere la richiesta delle due donne, sostenendo che non ne avessero diritto per vizi di procedura, ma il presidente le ha ammesse.

È stata contestata anche la richiesta di produzione per il processo di alcuni documenti, tra cui delle relazioni su ispezioni interne all’Esercito: in merito a questo, il giudice si è riservato di esprimersi in seguito. L’esercitazione vedeva Vanessa Malerbi impegnata in mansioni di assistenza sanitaria nel 187° e quel giorno si trovava nell’area del poligono, fuori dall’ambulanza, quando rimase coinvolta nell’esplosione di un proiettile di mortaio. La giovane riportò traumi a faccia, spalla destra e carotide, con fratture multiple al volto, contusioni polmonari e diverse ferite causate da schegge. Soccorsa sul posto, fu poi trasportata all’ospedale Torrette di Ancona. La tesi dell’accusa, pm Andrea Boni, procuratore della Repubblica del tribunale di Urbino, è che una serie di errori abbia causato la deviazione della traiettoria di tiro oltre la campana di sicurezza. Per il pubblico ministero, dietro all’incidente ci sarebbero alcuni errori calcolo, l’uso scorretto degli strumenti di mira, la formazione del personale e l’utilizzo di cartine sbagliate.

Nicola Petricca