Sondaggio: Mangialardi sotto di 15 punti "Paga il prezzo delle contraddizioni"

Acquaroli al 51,8%, ampiamente davanti al candidato del centrosinistra. Giovanelli: "Errori nella gestione della candidatura" .

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Il 62 per cento dei marchigiani è convinto che la Regione abbia gestito bene l’emergenza Covid. Il 53 per cento promuove i cinque anni dell’amministrazione guidata da Ceriscioli. Ma il 51,8 per cento è pronto a votare Francesco Acquaroli alle elezioni del 20 e 21 settembre, consegnando le Marche al centrodestra. L’ultimo sondaggio sulle regionali è una mazzata per il Pd e il centrosinistra, il cui candidato Maurizio Mangialardi arriva al 36,1%, cioè oltre 15 punti sotto rispetto al deputato di Fratelli d’Italia. Una voragine che, stando ai dati, non sarebbe stata colmata neanche dall’alleanza – sfumata – con il Movimento 5 Stelle, visto che il candidato grillino Gian Mario Mercorelli si ferma all’8 per cento. La rilevazione Winpoll-Cise per il Sole24Ore, effettuata su un campione di mille intervistati, restituisce un quadro ancora più netto rispetto al sondaggio Teknè di fine luglio, che accreditava Acquaroli tra il 43,5 e il 47,5 per cento, Mangialardi tra il 36 e il 40, Mercorelli tra il 12,5 e il 16,5. Quanto a partiti e liste, secondo il sondaggio Winpoll-Cise la Lega arriverebbe al 23,3 per cento contro il 22,8 del Pd, il 18,1 di Fratelli d’Italia, l’8,9 dei Cinque Stelle, il 4,1 di Italia Viva che farebbe meglio di Forza Italia (4%). Le speranze di rimonta per il centrosinistra? Sono affidate agli indecisi, che si attestano sul 24%, alla fluttuazione del voto degli elettori Cinque Stelle e alla carta della disperazione: i sondaggi spesso sbagliano.

Di certo, tra i tanti aspetti, ce n’è uno molto significativo. Il centrosinistra non beneficia in chiave elettorale – come invece succede altrove – del giudizio positivo sulla gestione dell’emergenza Coronavirus: in questo senso, il cambio Ceriscioli-Mangialardi è chiaro che non porta vantaggi. E in generale il sindaco di Senigallia non ha impresso alla campagna elettorale il ritmo che servirebbe per la rimonta.

"Che per il centrosinistra fosse tutta una corsa in salita lo si sapeva – commenta l’ex sindaco ed ex parlamentare Oriano Giovanelli (Articolo 1) e nel nostro piccolo lo avevamo anche scritto sul vostro giornale. I dati mi sembrano particolarmente severi e quindi li prendo con le pinze. Quello che non mi sorprende è che dai dati complessivamente emerge la contraddizione che il centro sinistra dimostra di non aver risolto. Se il centrosinistra voleva capitalizzare il giudizio buono che il presidente uscente aveva guadagnato nella gestione della pandemia lo doveva ricandidare. Se invece voleva dare voce alla domanda di discontinuità che si era accumulata in modo chiaro su economia terremoto e sanità negli anni precedenti non ha scelto il candidato giusto o almeno Mangialardi non appare credibile e onestamente fa molto poco per esserlo. In lui c’è molta continuità e forse non può fare diversamente. Interessante il dato sulla intenzione di voto al referendum degli elettori Pd (il 76% è favorevole al taglio dei parlamentari, ndr). Se lo confronto con ciò che dicono molti suoi dirigenti viene fuori chiaramente che il Pd e forse tutto il centrosinistra non hanno bene il polso del loro popolo. Questo complica la possibilità di recuperare".

Recuperare, appunto. Ma come? Restano venti giorni: pochi, se il distacco è quello rivelato dal sondaggio Winpoll-Cise. Serve una rimonta di quelle che diventerebbero storiche. Stasera in città arriva Stefano Bonaccini: Mangialardi può andare a prendere appunti.

Roberto Fiaccarini