"Cinque treni merci in più rispetto ad ora: ma di cosa parliamo? Basta fare terrorismo. Anzi, mi verrebbe da dire: magari ne passassero di più". Il sindaco Matteo Ricci ha richiamato Ferrovie per farsi ridire i numeri veri per due ragioni. La prima è stata quella di capire meglio l’impatto che avrà l’essere "entrati" nel Corridoio Adriatico, in seno al traffico merci delle reti europee Ten-t. L’ha fatto per verificare la narrazione dell’assessore regionale alle infrastrutture Francesco Baldelli che sul sovraccarico della rete ferroviaria, nel futuro remoto della velocizzazione e dell’arretramento ferroviario, ha sempre parlato di "1 treno ogni 8 minuti fino a 176 treni merci al giorno". La seconda ragione è stata la necessità di dare i dati, verificati di persona, alla platea degli Stati generali sulle Infrastrutture tenutisi ieri nell’Auditorium della Fondazione Carisp.
Tra i relatori, dopo l’introduzione del sindaco, hanno contribuito al confronto Giorgio Calcagnini, rettore dell’Università di Urbino; Maurizio Andreolini, portavoce della visione congiunta dei sindacati Cisl, Cgil e Uil; Moreno Bordoni, segretario Cna; Alessandro Licurgo, direttore Confesercenti; Amerigo Varotti, direttore Confcommercio; Jader Bonazzelli, segretario di zona Coldiretti; Alessandra Baronciani, presidente Confindustria; Sabina Pesci, presidente Cia; Giorgio Fazi, presidente dell’Ordine Ingegneri Pesaro Urbino; Salvatore Giordano, vicepresidente della Camera di Commercio. Ecco, unico neo ieri è stata l’assenza di attori come Ferrovie o di istituzioni come la Regione. A moderare la tavola rotonda è stata l’assessore Francesca Frenquellucci. L’arretramento della ferrovia ha tenuto banco. Ricci teme i chiacchiericci, capaci di trasformarsi in bastoni fra le ruote. "Sono veramente preoccupato. Guardate cosa è successo con la terza corsia –ha detto Ricci –: a Fano dove il dibattito cittadino è durato 6 mesi Società autostrade con Pavimental ha concluso tutte le opere compensative. Da noi a Pesaro, dove il dibattito è durato, purtroppo 5 anni, ne abbiamo vista partire una: la circonvallazione di Muraglia in questi mesi. Certo è andata peggio a Porto san Giorgio dove la terza corsia non c’è più arrivata". Ricci ha lanciato un appello al governatore Acquaroli: "E’ un appello alla responsabilità che abbiamo verso le generazioni del futuro: non possiamo perdere questo treno. Rischiamo l’isolamento della dorsale Adriatica e il declassamento". Nessuno ha applaudito, ma più d’uno in sala ha annuito. "Sì, Acquaroli ora parla di voler ottenere l’arretramento per tutti i comuni della costa – ha osservato un tecnico di lunga esperienza –: è la strada più veloce per non arretrare nulla a nessuno. Lo Stato non avrà mai tutti quei miliardi per fare l’operazione in blocco".
"L’isolamento è concreto– ha detto Giordano –: abbiamo perso la capacità negli anni di agganciarci verso il nord. La nostra competitività è precipitata e dobbiamo lavorare molto per recuperarla". Sia l’ingegner Fazi che Amerigo Varotti hanno osservato la necessità di fare chiarezza su numeri e progettualità. "Non si possono mostrificare progetti di cui si è soltanto allo stadio di fattibilità. La politica ci permetta di capire" ha detto Fazi."Sono 5 treni in più rispetto ad ora o 176 al giorno in più: le cose cambiano – ribadisce Varotti –. Sul fronte turistico è necessario pensare in grande e le infrastrutture sono un viatico fondamentale".
Solidea Vitali Rosati