Sotto l’ombrellone il grande freddo della crisi: "Ora come ci presentiamo alle urne a settembre?"

I commenti di alcuni turisti in spiaggia: "Dovevano lasciare Draghi al suo posto". "Dal voto nulla di positivo"

Migration

Sotto l’ombrellone tra acqua, sabbia e sole, quest’anno piomba anche un’irrecuperabile crisi di governo che costringerà circa 50 milioni di Italiani a presentarsi alle urne il 25 settembre, cercando di porre qualche rimedio ai danni di una crisi politica che, aggiunta alla guerra in Ucraina, alla crisi idrica ed elettrica e a quella sanitaria pare destare non poche preoccupazioni tra i cittadini.

A pochi giorni dalla crisi che ha portato il premier Mario Draghi a presentare le proprie dimissioni in modo immediato, il chiacchiericcio sotto l’ombrellone non manca. Tra vicini di lettini ci si scambiano idee, opinioni ma soprattutto tante critiche rivolte alla situazione politica attuale.

Per molti lo scenario era prevedibile, per altri invece è stata una vera doccia fredda apprendere la notizia delle dimissioni di Draghi. Come per i due coniugi Maria Casolino e Giovanni Bortone che raccontano, da sotto il loro ombrellone a bagni Ridolfi, di essere rimasti "esterrefatti dalla decisione. Dovevano lasciare Draghi al suo posto – continuano Casolino e Bortone -, ora ci troviamo ad affrontare una crisi di governo in piena estate, con il fantasma del Covid ancora in agguato e una guerra in Ucraina che continua a dare problemi, non solo sul fronte umanitario ma anche su quello economico".

Dai bagni Roby hanno fatto sentire la loro voce anche Daniela Della Costanza e Learco Pierleoni, sempre marito e moglie, che parlano di un ritorno alle urne con disprezzo: "Con che spirito ci presenteremo alle urne a settembre? – si chiedono i due coniugi – Non abbiamo più speranze in questa classe dirigente che si è dimostrata inadeguata e irrispettosa nei confronti degli italiani".

Una crisi politica "gravissima che potrà solo creare ulteriori danni al nostro paese. A questo punto – continua Carlo Pierluigi – che si vada al voto, ma non ne emergerà nulla di positivo".

Con la caduta del governo e le conseguenti elezioni anticipate si pensa anche alla possibilità, per il sindaco Matteo Ricci, di essere chiamato in Parlamento a Roma prima del dovuto, aprendo così lo scenario di elezioni anticipate anche in città. Seppur il primo cittadino abbia sempre esposto la volontà di voler concludere in toto il suo mandato, in tanti pensano sia effettivamente possibile un abbandono precoce al ruolo: "Mi dispiacerebbe perché ha fatto veramente tanto per la città – afferma Della Costanza -, l’ha cambiata e bisogna dargliene merito. È chiaro, un incarico così importante non potrà rifiutarlo, ma la città perderà un pezzo importante". "Ricci? – conclude Pierluigi – sicuramente un politico in gamba ma non credo basterà per rimediare al disastro politico in corso".

Giorgia Monticelli