
Coach Leka, la sua parola d’ordine è. concretezza. Pensa già al futuro
L’uomo alla finestra è Spiro Leka. Nella sua casa di Pesaro. "Prima di metermi in movimento con il mio staff, occorre prima di tutto capire quali sono le disponibilità della società. Perché non possiamo fare il passo più lungo della gamba".
Cioè?
"Fare come alcune squadre che hanno fatto il salto in A1 senza avere nulla di solido alle spalle per cui l’anno dopo sono retrocesse come palla da scoppio ed ora sono in serie B. Noi questo non dobbiamo farlo. Bisogna costruire un nucleo, consolidarlo e con quello andare nella massima serie ma per restarci come hanno fatto Reggio Emilia e Trento. Anche se non è facile comunque perché c’è anche la componente fortuna".
Una squadra senza pivot e senza play. Si cambierà tutto?
"Lo venite a dire a me... Io giocavo play e vedere in campo qualcuno che era libero e non gli arriva la palla mi faceva impazzire".
Per cui?
"Ho come idea quella di un kombo e cioè un giocatore che sia in grado di innestare i compagni e farli crescere, ma che allo stesso tempo abbia anche punti nelle mani".
Ha qualcosa in testa?
"Per il momento no perché aspettiamo la società ma su quel fronte, ho una lista di 1200 nomi. La cosa più importante è sicuramente non sbagliare, andare a colpo sicuro con un giocatore di esperienza e non puntare su uno che è appena uscito dall’università".
Con i rimbalzi come la mettiamo?
"Il problema di questa stagione perché per come ci si muoveva in attacco eravamo da primissimi posti, tanto che ho colleghi che stanno studiando le nostre partite...".
Quindi i rimbalzi...
"Certamente. Su quel fronte eravamo terz’ultimi e quindi a livello di retrocessione. Il nostro miglior rimbalzista è stato King e senza rimbalzi è difficile molto difficile".
Per cui...
"Sto pensando ad un 5-4 e cioè ad un americano che sia in grado di garantire rimbalzi ma anche nelle varie situazioni di gioco di spostarsi in ala grande. Ed anche in questo ruolo la cosa più importante è quella di andare a colpo sicuro e cioè non sbagliare".
Perché sbagliare significa?
"Noi la passata stagione non abbiamo speso un soldo. Alla società non sono costato nemmeno l’abitazione perché vivo nella mia".
La grande sfortuna qual è stata?
"Prima parliamo della cosa positiva e e cioè del grande contributo che ha dato Bucarelli che ha dato tanto in un ruolo che non era il suo. Quindi occorre parlare anche della sfiga e cioè l’infortunio di Parrillo che era una grande pedina sotto il profilo difensivo. Un giocatore che ci è mancato molto e che ha pesato in un campionato dove anche gli episodi hanno pesato nei conteggi finali".
Il fattore budget quanto peserà?
"Guarda nei 4 campionati passati a Ferrara, compreso l’ultimo dove siamo arrivati alle semifinali si è lavorato con un budget che era il 30 per cento inferiore a quello nostro. E si è fatto bene. Anche se bisogna aggiungere che gli ingaggi dei giocatori sono saliti anche perché non si trovano italiani. Ma la legge di fondo è sempre quella: non ci si può permettere di sbagliare. Muoversi a colpo sicuro e il prossiomo campionato anticipa perché si inizia il 21 settembre".
In attesa di... due posizioni sistemate...
"Positivo il fatto che si è fermato Maretto fra l’altro un giocatore nostro. Ma positivo anche l’ingaggio di Bertini: un giovane, una buona scuola alle spalle, un giocatore che può crescere ed è anche atletico il tutto pensando ad un campionato lungo e con molte trasferte infrasettimanali".
m. g.