Sportelli bancari, sei Comuni ne sono sprovvisti. Proteste

Circa 3.500 abitanti tagliati fuori dai servizi, i sindacati: "Bisogna invertire la rotta"

Uno sportello bancario

Uno sportello bancario

Pesaro 17 settembre 2018 - Sei Comuni, o che erano tali fino alle recenti aggregazioni, non hanno più neanche uno sportello bancario. Sono località dell’alto e medio appennino pesarese popolate da anziani che internet e l’home banking neppure sanno cosa sia. Ma se si contano le frazioni rimaste senza banca, l’ elenco si allunga. La First Cisl, il sindacato che organizza i dipendenti delle banche, delle assicurazioni e delle riscossioni, presenta un quadro poco rassicurante del servizio bancario in provincia.

Dal 2015 ad oggi il territorio di Pesaro-Urbino ha perso 66 sportelli bancari, che si traducono in 150 unità di personale in meno, mentre i comuni serviti sono passati dai precedenti 54 agli attuali 48, anche se bisogna ricordare che nel 2017 sette comuni hanno dato luogo a due unioni facendo nascere Terre Roveresche e Colli al Metauro.

«Occorre invertire la rotta», afferma il referente provinciale e componente della segreteria regionale, Egidio Valletta. Nel dettaglio tra gli enti locali, o ex enti locali, senza nemmeno una filiale-sportello, dove non esistono né banda larga, né connessioni rapide figurano Borgo Pace (613 abitanti), Frontino (279), Isola del Piano (600), Peglio (729), Pietrarubbia (668), Monte Cerignone (656) per un totale di 3.545 abitanti. In pratica, su un totale di 360.125 residenti della provincia, poco meno dell’1% della popolazione provinciale è tagliato fuori dal servizio bancario. Ed è solo la punta dell’iceberg dell’emorragia che si sta verificando in tutta la penisola: 6282 sportelli tagliati negli ultimi sette anni, secondo la First Cisl, mentre gli addetti sono scesi di 26mila e 250unità.

«Fortunatamente – spiega Valletta - il settore dispone di amortizzatori che danno la possibilità ai dipendenti bancari di essere accompagnati da 5 a 7 anni fino alla soglia della pensione, utilizzando risorse interne al sistema». Finora il sindacato ha masticato amaro di fronte alle politiche dei tagli legati alle trasformazioni che hanno travolto il sistema e che a Pesaro, e nelle Marche, si sono fatte sentire più che altrove per la presenza di una capillare rete di filiali di Banca delle Marche costretta a comprimersi.

«Ma ora che le banche sono tornate all’ utile – osserva Valletta - forse conviene fermarsi a riflettere». Altrimenti sarà difficile che questo trend si modifichi in futuro: ora saranno chiamate ad aggregarsi anche le banche di credito cooperativo. Il sindacato si sta battendo per mantenere il giusto equilibrio tra grado di presenza territoriale e profitti, ricordando che «il risparmio è tutelato dalla Costituzione e l’erogazione del credito ha un significato forte anche dal punto di vista sociale». Soluzioni? «Potrebbe essere un intervento della politica, come la stessa Unione dei comuni sta chiedendo, considerato che abbiamo uno dei rapporti più bassi d’europa tra sportelli e numero di abitanti», conclude Valletta.