Stagione concertistica nel luogo sbagliato: allo Sperimentale

Con chi te la vuoi prendere? Ognuno ha la sua legittima motivazione, la mossa preventiva per accelerare le cose sarebbe spettata sempre a un altro. E dunque la Stagione Concertistica pesarese si svolgerà al teatro Sperimentale e non al Pedrotti o al Rossini. Andare ad ascoltare il violino di Gidon Kremer in quel posto fatto per altre cose è come sperare di godersi la prospettiva di un Mantegna sulla parete di un sottopasso. Sì lo so, saremo Capitale della cultura, siamo patria del Rof e del Conservatorio, vantiamo teatri e sale sopraffine ma facciamo la fine dei pifferi di montagna.

Di chi è la responsabilità? Ma di nessuno. E pertanto è inutile recriminare, molto meglio invece unirsi tutti appassionatamente in un generale Compianto del Cristo morto, dove tutti partecipiamo dello stesso dolore: la morte del redentore versando calde lacrime sulla tragedia immeritata senza stare a stabilire e a condannare gli artefici: ahi, ahi, poveri noi su cui cade questa tragedia metafisica ed eterna della morte del Cristo, ma siamo uomini, meglio piangere tutti insieme piuttosto che stare a chiedersi perché è successo. Il meccanismo, oliato, che tutti conosciamo e biasimiamo ma che non riusciamo mai manco a scalfire, è il seguente e, per migliore comprensione, possiamo anche riferirlo ad una situazione attuale: se gridiamo spaventati che i russi sono alle porte della città non possiamo sperare di fermarli affiggendo bandi di leva di sessanta giorni invece di imbracciare subito i mitra. Ecco, noi, in fatto di teatro Rossini, Auditorium Pedrotti, Nuovo PalaScavolini, abbiamo i russi alle calcagna da anni e ancora stiamo attaccando i manifesti dei bandi della leva obbligatoria per formare l’esercito che dovrà andare al fronte. E pensare che ci furono anni in cui i russi arrivavano davvero ed erano amati ed ossequiati: nel silenzio "di velluti e d’oro" del magnifico "Pedrotti", rotto solo dal rumore intermittente di un termosifone, si esibivano pianisti "bolscevichi" come Nikita Magalov o Sviatoslav Richter detto addirittura "L’Orso Russo" da quanto metteva paura per la bravura eccelsa. Ma erano altre epoche, ora è quella del Compianto sul Cristo morto: pentiamoci, perché siamo tutti peccatori.

f.b.