Pesaro, disoccupato diventa stalker. Minacce alla bella panettiera

Non accettava la fine della storia, 48enne residente a Mondolfo condannato a dieci mesi per atti persecutori

Stalking e minacce

Stalking e minacce

Mondolfo (Pesaro e Urbino), 11 maggio 2018 - Non voleva accettare la fine della storia. Così lui, 48enne disoccupato, residente a Mondolfo, aveva cominciato a tormentare in ogni modo la sua ex convivente, una panettiera di 46 anni. Con telefonate a tutte le ore del giorno e della notte, sms a raffica, pedinamenti, agguati, fino ad arrivare all’assalto al forno, anzi, ai forni, della donna. In un paio di occasioni, l’uomo si è infatti presentato anche in un paio di punti vendita della ex e, mentre urlava minacce a lei, al padre e persino ai dipendenti, si è sfogato anche su pani e panini buttando per terra tutto quello che c’era sul bancone. Non solo. Ha preso l’albero di Natale (era dicembre dello scorso anno) e ha lanciato anche quello. A quel punto, alla donna non è rimasto altro da fare che chiamare i carabinieri.

Denunciato per stalking, l’uomo è finito a processo nel giro di breve e ieri il gup Giacomo Gasparini lo ha condannato a 10 mesi (con rito abbreviato) di reclusione per atti persecutori. Il pm Giovanni Narbone aveva chiesto 10 mesi. Niente beneficio della sospensione condizionale della pena però. L’imputato aveva infatti una precedente condanna del 2012 per lesioni e minacce. I fatti sono successi tra dicembre 2017 e i primi giorni del 2018. Per la vittima, l’incubo della persecuzione è durato neppure un mese. Ma sono stati giorni intensi di paura per se stessa ma anche per i suoi cari. Anche dopo l’intervento delle divise, chiamate il giorno dell’ultimo assalto al panificio, l’animo del 48enne non si era del tutto placato.

Dopo aver promesso ogni male alla ex («O torni da me o farò una strage». «Smetto solo se torni a vivere con me»), ma anche all’amico dal quale lei si era rifugiata e che lui credeva fosse il suo nuovo fidanzato (pretendeva di aver conferma dei suoi sospetti), decide di far male anche se stesso. L’uomo tenta così il suicidio. Viene ricoverato all’ospedale di Fano. La ex, dispiaciuta, supera paure e remore per la propria incolumità, e decide di andarlo a trovare. Ma dal letto del nosocomio, lui le avrebbe detto: «Ormai, l’unico scopo della mia vita è vendicarmi». La panettiera sporge querela e qualche giorno dopo l’uomo viene anche colpito da divieto di avvicinamento. All’interrogatorio di garanzia, è l’indagato stesso a dire al giudice: «Ho fatto tutto questo perché lei mi ha lasciato».